Recensione di “Sputnik” del regista Egor Abramenko, in concorso al Trieste Science+Fiction Festival

Vincitore del Premio Asteroide TS+FF2020 nella 20° edizione del Trieste Science+Fiction Festival il lungometraggio “Sputnik” del regista Egor Abramenko.
https://www.youtube.com/watch?v=jLn2xeJgQeM
Il film, ambientato nel 1983 in Russia, è un fanta-horror con alcuni elementi del cinema splatter.
Due astronauti russi, nella fase finale di rientro, perdono il controllo della loro navetta, l’Orbit – 4, per motivi apparentemente sconosciuti. Il comandante della missione, Konstantin (Pyotr Fyodorov), riesce a rimanere miracolosamente in vita mentre il suo compagno muore in modo cruento e ignoto. Al rientro, tuttavia, l’ufficiale soffre di amnesia: non ricorda nulla di ciò che è accaduto, suscitando, quindi, interrogativi e timori in chi gli sta accanto e sta provando a guarirlo.
Tatiana Klimova (Oksana Akinshina), neuropsicologa dai metodi contraddittori e innovativi, viene incaricata di occuparsi del cosmonauta che, in quanto eroe nazionale, non può rientrare in società rischiando di creare “imbarazzo” allo Stato e per tale motivo viene tenuto rinchiuso in un centro di ricerca.
Il compito della donna è quello di comprendere cosa è realmente accaduto; tuttavia, ben presto, si accorgerà che qualcosa di orrorifico e alieno vive nell’uomo: una creatura si è impossessata del corpo di Konstantin.
La creatura ha preso il pieno controllo e non può essere separata dall’uomo. Il parassita, infatti, pur fuoriuscendo dal corpo del comandante ogni notte per poco tempo, se staccata del tutto potrebbe uccidere l’uomo, le cui funzioni vitali, senza il parassita dentro di sé, si indeboliscono.
Tatiana, quindi, deve trovare il modo per staccare l’alieno dal corpo, senza provocare danni a Konstantin.
Il cosmonauta, apparentemente, sembra non essere a conoscenza di ciò che accade, pur comprendendo che qualcosa di sinistro sta avvenendo.
La storia si complica quando la donna comprende come molte verità le siano state negate e che la creatura ha per il colonnello Semiradov (Fyodor Bondarchuk), che l’ha incaricata di guarire il cosmonauta, uno scopo definito: diventare un’arma.
“Sputnik” ha un grande e invalicabile limite: vuole raccontare non solo una storia horror, con protagonista una creatura aliena, bensì l’intimità e la società sovietica, creando una frammentazione nella narrazione.
La percezione finale è che la storia principale sia solo un espediente visivo per suscitare curiosità e attesa nello spettatore e che la vera trama sia quella rimasta sottostante e trattata solo superficialmente.
La politica, il potere, l’umanità, l’etica, la famiglia sono tutti temi che uniti alla storia creano una visione caotica e confusionaria della vicenda, che rimane indefinita e aleatoria.
Sceneggiatura/Screenplay Oleg Molovichko, Andrei Zolotarev
Fotografia/Cinematography Maxim Zhukov
Montaggio/Editing Alexander Puzyrev, Egor Tarasenko
Suono/Sound Flysound
Musica/Music Oleg Karpachev
Effetti visivi/Visual Effects Main Road Post
Interpreti/Cast Oksana Akinshina, Pyotr Fyodorov, Fyodor Bondarchuk, Anton Vasilyev
Produttori/Producers Mikhail Vrubel, Aleksandr Andryushenko, Fyodor Bondarchuk, Ilya Stewart, Murad Osmann, Pavel Burya, Vyacheslav Murugov
Produzione/Production Vodorod Pictures, Art Pictures Studio, Hype Film, Cinema Fund, NMG Studio, CTC Network
Distribuzione internazionale /International Distribution Art Pictures Distribution
Distribuzione italiana /Italian Distribution Koch Media