Stay Here My Friends: il disco d’esordio dei Wish! Un concept album sull’amicizia

Con un concept album sull’amicizia come baluardo debutta il quartetto romano-perugino, attivo sin dal 1992. Progressive contemporaneo cantato in inglese per un disco multiforme e accattivante

Stay Here My Friends: il disco d’esordio dei Wish! 

WISH

STAY HERE MY FRIENDS

(Wish Music/Cd Baby)

6 tracce | 43 minuti

 

“L’idea che dà origine a Stay Here My Friends è nata tre anni fa: comporre un album sull’importanza dell’amicizia come fil rouge tra passato e futuro. E’ un concept tematico, anche se sviluppa nei diversi pezzi le difficoltà dell’uomo nell’affrontare gli urti della vita e, come pensiero di raccordo, quanto l’amicizia sia necessaria affinchè questi ostacoli vengano superati. Nel disco sono presenti tantissimi riferimenti ad altre sonorità, ma certamente la nostra musica nasce da questo melting pot: il prog classico associato al metal e all’alternative rock, ad esempio“.
Due parole chiave sono evidenti e faranno gola ai cultori del genere: concept album e progressive-rock. E’ il succo della vicenda dei Wish, formazione romano-perugina attiva dal 1992 e arrivata, dopo varie vicissitudini, al sospirato album d’esordio Stay Here My Friends. Un debutto di ispirazione concettuale, incentrato sull’amicizia come tema cardine, orientato a un progressive moderno, che si nutre di tanti riferimenti contemporanei.
Stay Here My Friends affronta il tema dell’amicizia come baluardo, racconta delle difficoltà di ogni individuo nelle scelte affettive o religiose, nel riconoscere la propria identità e il proprio ruolo nel mondo, ma anche della risorsa principale per resistere alle avversità della vita. E come sempre accade quando un album racconta una storia, la musica che la supporta è orientata al progressive. Quello dei Wish è molto vicino all’idea del new prog nato dagli anni ’80, ma con un taglio personale, come riconosce la band: “Molti ci stanno dicendo che abbiamo uno stile riconoscibile, identificabile, originale. Ci fa veramente molto piacere. Prima di tutto per noi sono importanti i contenuti, i testi, il nostro modo di vedere le cose e fare musica che vogliamo condividere; poi cerchiamo la fantasia nella composizione ed una certa originalità. Non ci piace il tecnicismo sfrenato, preferiamo magari un passaggio tecnicamente semplice ma d’impatto, che non sia scontato o fine a se stesso. Pensiamo che i nostri brani abbiano tutti un filo conduttore al proprio interno, una sorta di “discorso” che ha un inizio ed una fine, un senso logico che accompagna l’ascoltatore e che, speriamo, gli faccia sempre venire la voglia di ascoltare il pezzo successivo, di riascoltare il disco tante, tante volte”.
Wish sono nati nel 1992 e l’idea di un concept li accompagna sin dall’inizio. La formazione si stabilizza nel 1997, il quartetto si avvicina sempre di più al progressive e dopo aver fondato il proprio studio di registrazione BbBox ed essersi assestato nell’organico, lavora all’album che diventerà Stay Here My Friends. Sei brani di prog moderno, cantato in inglese, ricco di influenze e riferimenti dovuti ai numerosi ascolti dei quattro membri: “Siamo tutti cresciuti con Pink Floyd, Genesis, King Crimson, inoltre è fondamentale citare le diverse influenze di ognuno di noi: Yes, Supertramp, ELP, Marillion, PFM, Banco, Orme, Area, ma anche Led Zeppelin, Clash, Police, CSI, Afterhours e il cantautorato italiano più florido di idee come De Andrè, Fossati.  Fortunatamente c’è ancora oggi tanta buonissima musica in giro e anche molta negli anni 2000: tutti noi apprezziamo i lavori dei Dream Theater, dei Porcupine Tree e poi più recentemente i capolavori di Steven Wilson con le sue varie collaborazioni. Seguiamo con attenzione gli Opeth, i Tool, i Big Big Train. In termini di contaminazione di generi i Radiohead sono indubbiamente dei maestri, così come i primi Arcade Fire. Tra gli italiani ci piacciono molto gli ORK e i Winstons. Anche alcuni tra i migliori lavori degli ultimi due anni sono nel segno del contagio positivo tra generi musicali all’apparenza diversi, pensiamo a Sons of Kemet, Regal Worm, I Hate My Village, Childish Gambino, Flying Colors“.
Stay Here My Friends è un disco significativo nel panorama del nuovo progressive italiano, perchè abbraccia passato e presente, fa sua la tradizione del genere e ipotizza nuovi risvolti, anche grafici e visivi: “Il desiderio di partenza era di realizzare un’opera nel senso più completo del termine, prima di tutto per una nostra soddisfazione, ma anche per il desiderio di creare qualcosa di bello, di concreto, di consistente. È stato quindi naturale pensare ad un packaging di qualità, ma soprattutto al coinvolgimento nel progetto di altre forme d’arte: pittura, fotografia, video making. Il progetto doveva trasmettere l’IDEA di fondo, che fosse di integrazione e di completamento rispetto alla musica e ai testi”.
WISH:
Piergiorgio Franceschelli, lead and backing vocals;
Giorgio Simonetti, guitars, bass and backing vocals;
Salvatore Patti, keyboards;
Massimo Mercurio, drums.
Info:

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