Versi di David Taglieri: “Tappeto di stelle”

Dante era arrabbiato con il mondo ed adirato con sé stesso perché si sentiva davvero incompreso: per l’ennesima volta il suo maestro di canto gli aveva comunicato che per la versione sonora i suoi pezzi non erano all’altezza e che la sua tonalità non raggiungeva le vette sperate. Per lui restava un sogno quello di musicare la vita, i suoi versi di luce ed il suo approccio con l’esistenza profondo, terrestre e divino. I suoi amici tentarono di farlo ragionare: si riunirono a casa dell’ultima fiamma di Jessica, un commissario che la stessa aveva circuito nei vari commissariati che frequentava, quelli che si perdevano fra la polvere dei gialli ed il laniccio delle copertine esposte di fronte agli alcolici.

Socrate si accese il sigaro ed affermò: “non puoi pretendere di eccellere in tutto, i limiti ci elevano sai…”, fu un metter il dito nella piaga ed il fiorentino si voltò dinanzi alla finestra affacciata alla vita, a guardare le stelle fisse e mute, che parevano ascoltare i loro discorsi. Oriana versò del vino: “che ti importa del canto, lascia cantare gli altri…” e ancora Jessica sgranò gli occhi quasi a tradire la sensibilità e il silenzio delicato che aveva mantenuto fino a quel momento. Jack il padrone di casa restava in silenzio e capiva che qualsiasi parola sarebbe stata inutile, un comportamento migliore si sarebbe tradotto in un ascolto attivo, lui che ne ascoltava tanti dalla mattina alla sera. Ma lì, lì c’era del talento…

Fabrizio che sul divano stava seguendo il derby fra Genoa e Samp si alzò improvvisamente ed andò al pianoforte. Aggiunse – “cosa vorresti cantare?” Dante soddisfatto e deciso si alzò e correndo verso di lui con un’aria malcelata di rassegnazione e con un sorriso evidente iniziò ad intonare il canto libero di Lucio, che da troppo tempo mancava alle serate (era in sala a registrare con il nuovo paroliere Indro). Intanto Socrate incantato dallo spettacolo del cielo di Roma che in quel momento proteggeva la terrazza del Gianicolo immortalava pianeti con la sua macchina di pellicole.

Partì il connubio fra voci e piano… E fu musica, e fu allegria, e fu riscatto: Fabrizio rimase stupito dalla vocalità di Dante, nel frattempo l’orologio aveva fermato le lancette, travolto dal concerto di canzoni strappate al vento ed al tempo… l’orologio mirava con ammirazione il tappeto di stelle…

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