Viaggio al termine della notte: un classico sempre odierno

Viaggio al termine della notte è il primo romanzo dello scrittore francese Luis-Ferdinand Céline pubblicato nel 1932.

L’opera di tipo autobiografico ha per protagonista Ferdinand Bardamu.

Giovane soldato nella prima guerra mondiale, Bardamu conosce l’Africa coloniale, poi gli Stati Uniti e infine torna in Francia dove apre uno studio medico. Successivamente lavorerà in un istituto di igiene mentale.

Il romanzo propugna un disperato nichilismo, con una visione molto cinica delle cose umane. Mettendo alla berlina la società contemporanea, costituisce anche una satira feroce nei confronti della professione medica.

Céline dedica il romanzo a Elizabeth Craig, ballerina americana di cui era invaghito. Utilizza per questo suo primo romanzo uno stile inconfondibile e fa uso di elissi e parole gergali, utilizza soprattutto l’iperbole.

È proprio la freschezza nuova di questo suo primo romanzo che costituisce la radice del successo meritato del libro. È un libro che rappresenta al meglio il Novecento con le sue inquietudini e labirintiche mostruosità. Lo scrittore aveva fatto esperienza di una vita dura, prima in Africa, poi negli Stati Uniti dove aveva lavorato nelle catene di montaggio della Ford a Detroit.

Céline, con magistrale bravura porta ad arte la materia incandescente della vita. Folle e visionario fa la cronaca della realtà così com’è.

Utilizza uno stile letterario che ha l’immediatezza del parlato, con un uso molto liberatorio dei periodi verbali.

È un classico della letteratura che colpisce sempre per la sua modernità.

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