“IL VIAGGIO DI NICOLA CALIPARI”: “Il 4 marzo è il giorno della morte di Calipari, non della mia liberazione”

IL VIAGGIO DI NICOLA CALIPARI
diretto e interpretato da Fabrizio Coniglio e Alessia Giuliani
testo Fabrizio Coniglio

Produzione Tangram Teatro Torino

Al Teatro Argentina è andato in scena IL VIAGGIO DI NICOLA CALIPARI, diretto e interpretato da Fabrizio Coniglio e Alessia Giuliani, la vicenda violenta e controversa dell’omicidio di Nicola Calipari, ucciso a Baghdad nel 2005 dal “fuoco amico” di militari americani mentre portava in salvo la giornalista Giuliana Sgrena dopo un mese di prigionia passato nelle mani della Jihad islamica. La pièce, basata su documenti veri – il diario di prigionia di Giuliana Sgrena, frasi e commenti originali di Nicola Calipari, il rapporto sulle dinamiche dell’incidente del 4 marzo tratto da documento ufficiale della delegazione italiana in Iraq (composta dal generale Capregher e dall’ambasciatore Ragaglini) – cerca di ricostruire attraverso il teatro un pezzo di storia che ha dolorosamente marcato la memoria collettiva. IL VIAGGIO DI NICOLA CALIPARI ripercorre le tappe che hanno portato Nicola Calipari alla morte. Il 4 febbraio 2005 un gruppo di uomini armati rapisce la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena. Un mese di domande senza risposte con la giornalista nelle mani di un gruppo di estremisti. Poi, il 4 marzo, Al Jazeera annuncia la liberazione della giornalista. L’autovettura dei servizi segreti italiani con a bordo Giuliana Sgrena e Nicola Calipari, giunta nei pressi dell’aeroporto di Baghdad, dove l’attendeva un aereo per rientrare in Italia, in prossimità di un posto di blocco americano viene fatta oggetto da quest’ultimi di numerosi colpi d’arma da fuoco. Muore Nicola Calipari e rimangono feriti Giuliana Sgrena e l’autista Andrea Carpani.

Recensione

Lo spettacolo, messo in scena al Teatro Argentina, è un frammento di storia italiana e internazionale, una vicenda non conosciuta da tutti. Sul palco, attraverso l’ausilio di due attori, Fabrizio Coniglio e Alessia Giuliani, viene raccontato “Il Viaggio di Nicola Calipari”. I due danno corpo e voce alle figure della giornalista Giuliana Sgrena, rapita dagli estremisti, e dell’agente segreto Nicola Calipari, incaricato della liberazione della giornalista.

È una vicenda contornata da aspetti bui, da enigmi irrisolti e da tantissimi punti di domanda. Non viene data voce solamente ai due protagonisti della storia ma anche a uno dei rapinatori e ad un uomo qualunque che commenta sui social dando la sua visione della storia.

Fabrizio Coniglio riesce a cambiare personalità solamente attraverso l’ausilio di pochissimi ornamenti, quali un pallone e un cappello. Risiede nella bravura dei due attori la capacità di riuscire ad immergere lo spettatore nella storia e per un’ora far dimenticare il tempo presente. Lo spettacolo ha una profonda rilevanza sociale, data soprattutto dall’ausilio della documentazione reale.

Si rimane stupefatti, al termine della messinscena, nello scoprire che tra il pubblico vi è la vera Giuliana Sgrena, la quale racconta con profonda verità la sua storia e il suo presente, fatto dall’impossibilità di dormire al buio e dalla necessità di prendere farmaci per affrontare le sue giornate.

“Il 4 marzo è il giorno della morte di Calipari, non della mia liberazione”: queste le parole della Sgrena.

La testimonianza diviene l’unico modo per ricordare Calipari, ucciso da colpi d’arma da fuoco americani; 57 i colpi sparati nell’abitacolo. Un enigma, la morte di Calipari rimasto irrisolto. È solo frutto di un errore, come testimoniano gli americani, in quanto scambiato per un pericolo, oppure era presente l’esigenza di eliminarlo in quanto divenuto scomodo?

L’Italia ha rinunciato alla giurisdizione sul caso e probabilmente la verità non si saprà mai.

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