Intervista a Gabriel Montesi: “per me la famiglia è orizzontalità senza confini”

Image: Martin Kraft (photo.martinkraft.com) License: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

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“Favolacce” dei fratelli D’Innocenzo, “Esterno notte” di Marco Bellocchio, “Siccità” di Paolo Virzì: queste sono solo tre delle opere in cui è possibile scoprire il talento di Gabriel Montesi che oggi è al cinema con “Sei fratelli” di Simone Godano, nel ruolo di Leo. Dopo l’estate sarà nell’attesissima “Dostoevskij” dei fratelli D’Innocenzo, che ha debuttato nella Sezione “Berlinale Special” alla 74ma Edizione del Festival di Berlino.

In “Sei fratelli” recita accanto a Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Valentina Bellè, Claire Romain, Mati Galey, Linda Caridi e Gioele Dix.

Ho avuto il piacere di intervistare Gabriel Montesi per scoprire ancora di più il suo personaggio Leo, i progetti futuri e la complessità di un lavoro, quello dell’attore, che richiede dedizione e passione. 

  • Buonasera Gabriel. Nel film “Sei fratelli” interpreti Leo. Tra tutti, probabilmente, è quello con cui è più facile sentirsi affini: quanti di noi, infatti, non sono stati arrabbiati, delusi e desiderosi di amore nei confronti di un genitore? Come ti sei preparato al ruolo?

Con Godano abbiamo riflettuto e discusso a fondo su come interpretare il personaggio di Leo. Già dalle prime stesure il lavoro sembrava prendere una piega tragicomica. Il mio intento era quello di allontanarci sempre più dalla macchietta, ma soprattutto di rendere umano ciò che la sceneggiatura di Godano e Infascelli suggeriva in lettura. Abbiamo parlato molto io e Simone per intenderci e spero di essere stato all’altezza delle aspettative.

  • Quanto c’è di Leo in Gabriel?

C’è poco di me, come c’è tanto di me. Quando si riesce a trarre in illusione lo spettatore, il lavoro dell’attore è compiuto.

  • Il film racconta “persone” che sono una famiglia ma non per questo riescono a sentirsi vicini, pur amandosi. Quanto è complesso essere famiglia oggi, in una società fatta spesso di distanza e silenzi?

Viviamo nel secolo delle famiglie separate o unite ma disperate. Penso che per anni abbiamo vissuto sotto al dominio patriarcale dove la figura maschile paterna decideva e stabiliva i confini di dialogo tra gli uni e gli altri all’interno dei nuclei familiari. Per me la famiglia è orizzontalità senza confini e spunti di scambio e dialogo per poter far emergere ogni esigenza e diritto che possa costituire la nascita di nuove identità più affini alla loro natura.

  • Leo sembra continuare a vivere nel ricordo della relazione con Giorgia (Linda Caridi): quel legame è manifestazione del suo desiderio di essere amato che non trova riscontro nella realtà?

Penso che Leo nel film viva un amore mancato in relazione al padre, e di un amore perduto tradito in relazione a Giorgia e Marco.

  • Insieme a te nel cast Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Valentina Bellè, Claire Romain, Mati Galey, Linda Caridi e Gioele Dix. Come è stato affrontare un set così “affollato”?

È stato un onore lavorare assieme a grandi interpreti. Sono cresciuto molto, mi sento maturo. Spero di ricondividere altre occasioni per lavorare e approfondire la materia insieme.

  • “Stiamo nel mondo reale e bisogna sapersi accontentare”, questa una delle affermazioni presenti nel film. Credi nella sua veridicità oppure accontentarsi può condurre all’appiattimento dei sogni e delle aspirazioni?

Bisogna riflettere su cosa si intende per sogno e aspirazioni. Penso che in questa società siano due aspetti cruciali su cui riflettere. Cerchiamo costantemente entrambi, e questo a volte ci porta a vivere un insoddisfazione cronica. Penso che la società di oggi debba porre nuove prospettive per gli individui e creare pari opportunità e diritti per poter far evolvere concetti, come: desiderio e successo, ormai sterili su ogni punto di vista. Poi penso che accontentarci in un altro mondo forse potrebbe significare ritrovarci.

  • Per te questo è sicuramente un periodo di grandi gratificazioni: quanto è stato difficile arrivare ad oggi? Hai mai pensato di mollare?

Si, costantemente. È molto difficile riuscire nella vita. Soprattutto ora come ora. In ogni settore è molto complesso trovare il proprio spazio e il proprio tempo per poter esprimere al meglio il proprio talento. In un momento storico come questo, invito a dare importanza e sostegno per far emergere nuovi talenti che si trovano fuori gioco. È straziante vedersi soli e privilegiati in un mondo come quello dello spettacolo pieno di mancanze, ma pieno di speranze.

Gabriel Montesi - Sei fratelli
Gabriel Montesi – Sei fratelli
  • Presto ti rivedremo in “Dostoevskij” di Fabio e Damiano D’Innocenzo con cui hai già lavorato in “Favolacce”.

Sono molto felice di condividere sul grande schermo questa loro imminente e prossima opera. È stato uno dei lavori più belli che io abbia mai fatto, anche questa volta ho avuto la possibilità di lavorare con grandi interpreti come Filippo Timi, Carlotta Gamba, Federico Vanni e altri grandi interpreti della nostra scena teatrale. I D’innocenzo mettono sempre davanti la recitazione alle loro immagini e questa cosa per noi interpreti è un segno di grande importanza nel lavoro che si va fare assieme, ci fa sentire gratificati

  • A cosa aspira Gabriel come uomo e artista?

A cosa aspiro come Uomo !? E come artista !? Questa è una domanda che mi segnerò da qualche parte…

  • Sei felice?

Non lo so. E te ? Sei felice?

Gabriel Montesi: https://www.instagram.com/montesigabriel/

 

Immagine di copertina: Martin Kraft (photo.martinkraft.com)
License: CC BY-SA 4.0
via Wikimedia Commons

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