Intervista a Lemuri il Visionario, vincitore del “Premio Med Store” a Musicultura 2020

Vittorio Centrone, in arte Lemuri, è un cantautore visionario. Dopo un passato come componente del gruppo rock pordenonese Futuritmi, debutta come solista con il CD “Il Porto dei Santi“, e nel 2003 partecipa come autore al Festival di Sanremo con il brano “Chi sei non lo so” eseguito da Verdiana ed è la voce maschile del progetto Haiducii nel brano dance “Dragostea Din Tei“. Nel 2008 partecipa come attore e cantante alla commedia musicale Karma Party e allo show “Chroma” dedicato all’artista inglese Derek Jarman. Successivamente, crea “Lemuri il Visionario” un libro illustrato con allegato un CD di canzoni originali che narra la storia di un bizzarro musicista sognatore. La storia diventa un’opera rock che viene rappresentata dal 2011 ad oggi in Italia, Stati Uniti, Canada e in Francia dove partecipa anche al festival francese del fumetto di Angoulême. In scena Vittorio interpreta il protagonista e interagisce con i disegni animati del fumettista Giulio De Vita.

Nel corso del 2020 sono previste l’uscita di un nuovo disco libro in Italia con la Ponte Sisto Edizioni e di una graphic novel sul mercato franco belga.

  • Buonasera Vittorio, inizio con il chiederti: come ti senti dopo la vittoria a Musicultura 2020, dove hai ottenuto il “Premio Med Store” scelto dalla giuria per la Migliore Esibizione?

Sono ovviamente molto felice. La giuria di Musicultura è molto attenta e competente, quindi è un riconoscimento al tanto lavoro fatto sul progetto in questi anni. È una piccola vittoria di tappa in un percorso ancora lungo. Aver vinto questo premio non garantisce l’approdo in finale ma resto comunque fiducioso.

Premio Med Store – Lemuri e Max Minoia
  • Ti sei esibito con “Cose inutili”, “Don Chisciotte” e “Niente da dire”, tre brani contenuti nel nuovo disco libro, in uscita il prossimo autunno. L’album è già completo o stai scrivendo ancora delle canzoni e ci puoi anticipare qualcosa su come sarà?

La registrazione dei nuovi brani è già terminata da un paio di mesi. Saranno 12 i brani distribuiti in digitale e 8 o 9 quelli compresi nel vinile allegato al romanzo illustrato. Per una questione di qualità audio, infatti, il vinile non permette una durata musicale troppo superiore ai 40 minuti di musica. È anche il fascino di quest’operazione. Il disco libro avrà il formato dei vecchi LP e aprendo la copertina l’acquirente troverà il romanzo illustrato insieme al disco. La sfida è quella di far rivivere la sensazione sognante che negli anni 70 e 80 si creava ascoltando e guardando quei magici oggetti d’arte e che purtroppo oggi si è perduta fruendo della musica principalmente attraverso internet.

  • Come non chiederti: da cosa nasce il tuo nome d’arte, Lemuri il Visionario?

In realtà nasce da un soprannome che mi fu dato all’inizio della mia carriera artistica a Pordenone, il luogo dove ho vissuto tutta la mia adolescenza. La persona che me lo diede vide un documentario su alcune proscimmie che vivono in Madagascar e trovò qualcosa di loro in me. A Pordenone tutt’ora ci sono molte persone che mi conoscono come Lemuri e non come Vittorio.

  • Lemuri il Visionario è un progetto non solo musicale. Ci racconti come si è evoluto e come continuerà a svilupparsi?

E’ un’opera multimediale nata da un viaggio dentro me stesso. Il titolo del prossimo disco libro è, infatti, “Viaggio al centro di un cuore blu” e da quest’incredibile esperienza è nato il mio alter ego Lemuri il Visionario. Le sue gesta sono raccontate nel romanzo, nell’opera musicale e in una graphic novel. Un bravissimo fumettista che si chiama Giulio De Vita trasforma da anni le mie visioni in meravigliosi disegni che saranno parte integrante del disco libro e saranno anche la scenografia dei miei prossimi concerti e spettacoli. L’obiettivo finale, lo dico piano, è quello che questa storia diventi un film dove fumetto e realtà si fondono in un vero viaggio visionario.

  • In cosa pensi di essere un visionario?

Sono semplicemente consapevole che la vita che viviamo è un sogno pazzesco che supera ampiamente la fantasia di qualunque film o racconto di fantascienza. La maggior parte di noi tende, per affrontare l’esistenza, a razionalizzare e a dare per scontata la folle realtà che ci circonda. Io, al contrario, continuo a stupirmi di ogni cosa. Per fortuna, credo di non essere il solo…

  • Qual è la tua personale visione della società odierna?

È un periodo intriso di troppa concretezza e materialismo. L’economia comanda su tutto e anche l’arte rispecchia questo come è normale che sia. Le persone sono costrette ad abbandonare i propri sogni troppo presto sacrificandoli sull’altare del dio denaro. Da bravo sognatore resto comunque ottimista. Come si è sempre verificato nel corso della storia, le cose cambieranno. Credo sia una fase necessaria per arrivare ad una nuova consapevolezza. Non si può essere felici senza un sogno da inseguire.

  • Ho scoperto, grazie a questa intervista, che sei stato la voce maschile del progetto Haiducii nel brano dance “Dragostea Din Tei”. Come è stato quel periodo della tua vita artistica?

Il progetto Lemuri non esisteva ancora e io per vivere da musicista facevo molte cose diverse. Questa è una delle cose strane che possono capitare durante un percorso artistico. Tutt’ora mi capita di cantare una mia versione acustica di quel brano durante i concerti ed ogni volta noto con sorpresa che a distanza di 17 anni il pubblico la ricorda ancora. È diventato un evergreen! Comunque sono molto amico di Haiducii ovvero Paula Mitrache, l’artista rumena con cui ho condiviso quell’esperienza. Pensa che non abbiamo mai cantato quella canzone insieme dal vivo. Non dico niente… dico solo che succederà presto e sarà bellissimo…

  • Il tuo look sicuramente è un marchio distintivo. È un modo per raccontare visivamente un’idea?

Beh… vedi, ho sempre pensato che un artista, un cantante debba rappresentare un mondo. Le persone vivono tutto il giorno la realtà omologata che la società impone e hanno bisogno di qualcosa che le aiuti ad uscire da quella gabbia e a sognare altri modelli di esistenza. Chi come me, a suo rischio e pericolo, ha scelto di rimanere bambino in eterno, ha il dovere di giocare anche con il suo aspetto e di potersi trasformare nell’eroe che ha sognato di essere. Lemuri è la parte più vera di me stesso ed è per questo che quando mi trasformo in lui, Vittorio sparisce per un po’. Ti posso assicurare che è una meravigliosa esperienza.

  • Cosa ti auguri per il futuro?

Di continuare a meritarmi le opportunità di lottare per realizzare i miei sogni e poterli condividere con altre persone. È quello che mi rende felice e rende la mia vita degna di essere vissuta.

 

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