Intervista a Lucrezia Piscopo, vincitrice della finale regionale del Lazio MArteLive, sezione “Artigianato”

Lucrezia Piscopo

Vincitrice della sezione “Artigianato” della finale regionale Lazio MArteLive, Lucrezia Piscopo fin da piccola coltiva una forte passione per l’arte fino a quando, nel 2020, durante la pandemia, inizia a raccontare con le sue opere il mare di Sicilia, terra natia.

Ho avuto il piacere di intervistarla.

  • Buonasera Lucrezia e grazie per il tuo tempo. Oltre ad avere partecipato come concorrente nella sezione “Pittura”, sei una delle vincitrici della finale regionale del Lazio nella sezione Artigianato di MArteLive. Quali sono le tue emozioni dopo il trascorrere di alcuni mesi dall’evento? Cosa ti ha portato di positivo e nuovo la vittoria?

Grazie a voi per l’opportunità. MArteLive mi ha dato la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile, a ripensarci mi sento sopraffatta ma in senso positivo, piena di gratitudine. Col tempo mi ha fatto rendere conto di cosa sono stata parte e ha accresciuto la mia consapevolezza di artigiana e pittrice. L’evento in sé mi ha permesso di conoscere altri artigiani ed anche i giudici con cui ho avuto un piacevole confronto sul mondo dell’artigianato, raccontando la mia storia e quello che significa per me la Wave, la collezione ispirata al mare. La consapevolezza di essere sul percorso giusto, rendermi conto che stavo realizzando i miei sogni di un lavoro lento, fatto di dettagli e cura, queste sono alcune delle verità intime che mi ha portato l’arrivare in finale regionale.

Chi è nato sul mare vive una relazione profonda di appartenenza ad esso mentre credo che a tutti sia capitato di ritrovarsi inermi sulla spiaggia, ad ascoltare il canto delle sue onde, provando un senso di pace interiore.
  • Nelle opere esposte al MarteLive protagonista è stato il mare e il suo perenne fluire. L’arte rende vivo un elemento che, per chi è nato in un’isola, non è solo un paesaggio ma anche e soprattutto una relazione. Ci racconti il tuo “convivere” con il mare e come si manifesta nell’arte?

Chi è nato sul mare vive una relazione profonda di appartenenza ad esso mentre credo che a tutti sia capitato di ritrovarsi inermi sulla spiaggia, ad ascoltare il canto delle sue onde, provando un senso di pace interiore. Attualmente vivo a Roma, il mare per me è casa. Quando creo visualizzo un paesaggio a me familiare e mi ci aggrappo, rendendolo vero e concreto. Quindi casa ed il mare sono fonte di ispirazione di ogni creazione. Tuttavia, non è solo l’aspetto visuale del mare che creo, quello è il risultato di come ci sentiamo o io, personalmente, mi sento di fronte a quelle sfumature di blu e di onde nella vita reale. È una relazione romantica che esprimo in diverse forme, dalla resina alla pittura.

  • Quando hai compreso che l’arte sarebbe stata parte della tua vita?

È un momento che ricordo precisamente, Natale 2020. Qualche mese prima, in lockdown, avevo aperto il mio profilo Instagram e ho iniziato dapprima a dipingere con innocenza e senza aspettarmi nulla. Un mese in cui moltissime persone hanno imparato a conoscermi e hanno capito l’importanza che l’arte, in tutte le sue forme, ha nelle nostre vite e che ci meritiamo di avere. Ho avuto così tanti ordini che mi sono detta: forse le persone sentono quello che sento io quando dipingo? Mi sentivo di aver abbattuto il muro della comunicazione tra una dimensione interna, di chi si trova nel processo creativo e di aver teso una mano alle persone con cui mi interfacciavo, facendogli provare lo stesso. Lì mi sono detta: posso intraprendere questa strada che ho sempre desiderato. Al tempo avevo ancora, però, molta paura.

Rompere gli schemi, comunicare, emozionare questa è l’essenza dell’artista.
  • Dal 2021 padroneggi la resina che utilizzi negli oggetti di uso comune. Come ti sei avvicinata a questa tecnica?

Questa tecnica viene dagli Stati Uniti e dall’Australia, si è poi diffusa nel Regno Unito e anche in Europa adesso. Ho visto un video su Instagram e con curiosità ho iniziato a studiare, volevo a tutti i costi imparare, ricreando però il mio paesaggio marino, quello di casa. Ho studiato per due mesi, ho letto e visto video a mai finire, poi ho fatto una ricerca sui materiali e ho cominciato. Due mesi di pratica dopo ho creato la prima onda, mi sentivo alle stelle. Ho investito tempo e denaro ma è stata l’esperienza e i mille errori che hanno ripagato quell’onda a marzo 2021. La Wave è stata lanciata poi un mese dopo. Tutt’ora sperimento varie resine e strumenti per migliorarne la resa, credo non si finisca davvero mai di imparare.

  • Ci racconti come avviene il processo creativo che partendo dall’idea giunge all’oggetto finito?

Di solito visualizzo un’immagine che voglio ricreare: una riva, una scogliera, una spiaggia. Scelgo i miei colori e scelgo anche il livello di trasparenza che voglio ottenere. Uno spoiler grande: la resina è un materiale che ha bisogno di molte accortezze e va lavorata velocemente prima che l’indurente faccia il suo effetto e renda tutto difficile. Ovviamente, dipende tutto dal tipo di resina che si utilizza. C’è una parte di colatura della resina in diversi bicchieri in cui vado a lavorare con i colori e la pistola termica per evitare le bolle in superficie durante la colatura sugli oggetti di legno che ne comprometterebbe la qualità. Avviene velocemente: si cola, si spostano i blu lavorandoli con stecche di legno, pistola termica e fiamma ossidrica. Poi si posa il bianco, angolazione, velocità e calore lo aprono in tante bolle, è la parte più bella. Si attendono 24 ore e poi si può lavorare con un altro strato o un’altra onda ripetendo il processo.

  • L’arte che si manifesta nel quotidiano (oggetti di uso comune) non corre il rischio di svilire l’essenza stessa dell’artista?

È una bellissima domanda. La mia risposta è no, assolutamente, anzi. Rompere gli schemi, comunicare, emozionare questa è l’essenza dell’artista. Oggi il mondo dell’arte assiste ad un’ibridizzazione di generi e forme che portano all’innovazione. La bellezza e la creatività, che sono categorie tradizionali dell’arte romantica, hanno trovato nella vita quotidiana nuove forme di espressione, nuovi terreni da colonizzare. L’arte fluida della Wave, come DesignArt, dà luogo a contemplazione e fruizione che si intrecciano in un’esperienza sinestetica, poiché la bellezza si può fruire insieme ad altri scopi.

  • Dalla Sicilia, tua terra natia, sei giunta a Taiwan e successivamente a Chengdu. Che ruolo ha nella tua vita creativa e personale l’incontro tra culture?

Viaggiare e vivere in altri paesi ti aiuta a non avere pregiudizi, uscire dal proprio quartiere e scoprire nuovi mondi è un arricchimento che ti porta a vedere le cose da diversi punti di vista, a trovare prospettive nuove, a sentirti anche fortunato. Anche nella mia creatività, credo abbia avuto un impatto: la curiosità verso il diverso, la commistione tra pittura e artigianato, confini sfumati e non necessariamente definiti da una categoria.

  • Progetti futuri?

Nel mio futuro conto di chiudere alcuni capitoli della mia vita per abbracciare in toto quest’attività. Vorrei iscrivermi all’Accademia di Belle Arti, un sogno che non ho mai realizzato negli anni universitari. Vorrei portare la Wave su nuovi oggetti e superfici. Mi piacerebbe realizzare le mie onde su tavolini e creare delle piccole opere d’arte per gli eventi.

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