Intervista ai Watt: “la musica non muore mai, riesce sempre a trovare il modo per arrivare ai cuori di tutti.”

Watt

“Hey” è il nuovo singolo dei Watt, distribuito da Artist First.
Il brano, scritto più di un anno fa, nasce da un giro di pianoforte e da una cassa in 4/4. Il pianoforte, che a tratti richiama il lofi e la trap, si mischia con effetti che ne sporcano il suono e ricreano un’ atmosfera delicata e amara al tempo stesso.

  • Buonasera ragazzi. “Hey” è il vostro ultimo singolo. Il brano racconta la fine di una storia d’amore e ciò che rimane, a volte solo un semplice e banale saluto. Pur se giovanissimi conoscete questa sensazione di estraneità?

Assolutamente sì! Forse proprio perché siamo ragazzi e le relazioni vanno e vengono in continuazione conosciamo molto bene tutte le emozioni contrastanti che porta una separazione. Spesso fa male, a volte invece è liberatorio, e come cambia anche semplicemente il modo di salutarsi segna la fine di una storia.

  • Sonorità pop e melodie catchy nel nuovo singolo, con suoni a volte distorti in grado di enfatizzare le atmosfere. Quale musica influenza il vostro modo di intendere l’arte?

Noi ci facciamo influenzare da tutti i generi. Ascoltiamo tantissima musica e questo ci porta ad avere una visione del mondo in cui ci siamo lanciati sempre più ampia. Manteniamo sempre la nostra anima pop, ma lasciamo che tutte le altre sonorità entrino a farne parte e diventino un tutt’uno, come se il singolo genere non esistesse più.

  • Avete vinto quest’anno il Festival di Castrocaro con il brano Fiori da Hiroshima. Cosa si prova nel ricevere un riconoscimento così importante?

L’emozione è unica e indescrivibile: abbiamo lavorato tantissimo da quando ci siamo formati e vedere come tutto questo ci abbia portato a vincere un festival così importante è un qualcosa che non si può spiegare. Tutta l’esperienza a Castrocaro è stata una delle più belle ed formative da quando esistono i Watt e siamo entusiasti di essere riusciti anche a vincere.

Manteniamo sempre la nostra anima pop, ma lasciamo che tutte le altre sonorità entrino a farne parte e diventino un tutt’uno, come se il singolo genere non esistesse più.

  • Il 2020 ha inciso negativamente su molti settori, tra cui quello dello spettacolo. Come siete riuscite ad affrontare questo periodo, privo di concerti e del contatto con gli ascoltatori?

Fortunatamente la musica non muore mai, riesce sempre a trovare il modo per arrivare ai cuori di tutti. Con questa consapevolezza siamo riusciti a scrivere tantissimi nuovi brani e a prepararci per quando potremo tornare a suonare davanti ad un pubblico. Il palco ci manca tantissimo e speriamo di poter tornare presto a spaccare il mondo.

Fortunatamente la musica non muore mai, riesce sempre a trovare il modo per arrivare ai cuori di tutti.

  • La band nasce nel 2013. Come vi siete evoluti nel corso degli anni? È cambiato il vostro modo di vivere la musica?

Quando sono nati i Watt eravamo tutti dei ragazzini e avevamo solo voglia di divertirci assieme facendo una cosa che ci piaceva tantissimo: suonare. Non che sia cambiato molto sotto questo aspetto… siamo solo cresciuti! Dal punto di vista musicale invece abbiamo avuto una lunga maturazione di cui andiamo molto fieri: siamo migliorati tanto, abbiamo trovato la nostra strada, abbiamo iniziato a considerare la nostra più grande pazzoide condivisa come un vero e proprio lavoro e siamo sempre stati insieme, nel bene e nel male, ma soprattutto nella musica.

  • Quale sogno nel cassetto hanno i Watt?

Abbiamo tantissimi sogni (che ci piace considerare obiettivi), ma il primo tra tutti probabilmente è quello di tornare a suonare sul palco di San Siro con un nostro concertone!

 

https://www.youtube.com/channel/UCZJaaQrsFv4gBAZ5I95IXTA

I Watt nascono a Milano nel 2013 dall’incontro di Luca Corbani, bassista, Luca Vitariello, chitarrista e produttore dei brani, e Matteo Rampoldi, batterista, che, intorno ai 13 anni, formano il primo nucleo della band. I loro gusti musicali spaziano dall’ heavy metal al pop italiano e da subito si accaparrano le simpatie del pubblico. L’anno seguente si unisce a loro la giovanissima Greta che oggi ha appena 16 anni ed è, infatti, la musicista più giovane ad essersi esibita sul palco dell’Alcatraz di Milano. Negli anni successivi i Watt intraprendono studi musicali che li portano, in tempi più recenti, a scrivere brani propri nei quali fondono melodie catchy e sonorità molto attuali all’energia del rock. Sulla scia
di questo nuovo percorso nel 2017 pubblicano il singolo “Decido io per me”.
Grazie alla stimolante collaborazione con Andrea “Pula + “ Pugliese (già collaboratore di Paola Turci, Ensi, Fabri Fibra e molti altri) per i testi, Matteo Canale, Roberta Granà (Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia) per il vocal coaching e Michele Zocca (Loredana Bertè, Francesco Renga, Paola Turci e altri) per arrangiamenti e produzione danno vita a nuovi inediti con i quali a Emergenza 2018 vincono il “Premio produzione” e il “Premio Speciale Krisna”.
Nel 2017 aprono il concerto di Davide Van De Sfroos a San Siro. L’anno successivo il videoclip di “Insta Festa” (2018), supera le 200.000 visualizzazioni, e li porta sul palco del Deejay On Stage dove vengono definiti “band rivelazione”. “Mega Pop” e “Insegnami a ballare” escono nel 2019. Lo scorso aprile (2020) pubblicano “Na, Na, Na (La Testa)” grazie al quale ottengono un approfondimento nella rubrica culturale del Tg 2 Rai Storie e diversi spazi su quotidiani, periodici e webzine. A giugno esce “Happy” che vede il featuring di Alex Riva (17 anni), rapper emergente di Arese.
Vincono, ad agosto 2020, il Festival di Castrocaro con il brano “Fiori da Hiroshima” e a ottobre presentano alle selezioni sanremesi con il brano “Boomerang” , singolo disponibile sulle piattaforme di streaming e digital store a partire da dicembre 2020. “Hey” è il nuovo singolo dei Watt.
I Watt sono: Greta Rampoldi (2004) – voce / Luca Corbani (1999) – basso e voce / Matteo Rampoldi (2000) – batteria / Luca Vitariello (1999) – chitarre e produzione.

 

Immagini fornite dall’ufficio stampa Rosina Bonino

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