Intervista alla cantautrice Adelasia. “2021” il suo primo album.

Adelasia è il suo vero nome ed è una cantautrice. Classe 1995, nata a Lucca ma romana d’adozione. Figlia di artisti, nella musica ha incanalato la sua vena creativa. Dopo il trasferimento a Roma si dedica allo studio della chitarra ed inizia a scrivere le prime canzoni per ciò che fa fatica a comunicare: la fine di un sentimento, l’annuncio di un addio, la descrizione di un malessere. Sempre più incuriosita dalla scrittura decide di iniziare a studiare la voce e inizia a prendere lezioni di canto.

Dopo i precedenti singoli Acqua e Meglio Soli, che già mostravano l’anima elettronica ed intimista di Adelasia è uscito (per Sbaglio Dischi, distr. The Orchard) il suo primo album dal titolo 2021

Adelasia si muove agilmente tra le sfumature di un indie-pop delicato e impreziosito da un’interpretazione mai forzata, atmosfere malinconiche e influenze elettroniche di respiro internazionale. 2021 prende il nome dal numero civico della casa d’infanzia di Adelasia che ci invita metaforicamente ed entrare in casa sua, nella sua interiorità. Adelasia, essendo cresciuta in una città piccola, dove il diverso è strano, pur di non essere notata si mette una maschera per nascondersi, per togliersela: fare questo disco è stato mettersi in gioco, a nudo, per la prima volta. 

  • Adelasia buongiorno. 2021 è il tuo primo album, uscito l’11 ottobre. Il momento storico è davvero complicato e il settore musicale è uno dei più colpiti ma nonostante questo hai deciso di pubblicare ora il tuo disco. Cosa ha influito su questa scelta?

Ciao ragazzi! Ottobre è stata una data di ripiego, in realtà il disco sarebbe dovuto uscire ad aprile. Pensavamo che a ottobre la situazione sarebbe tornata alla normalità, in parte ci sbagliavamo ma siamo contenti così, non aveva senso tenerlo per altro tempo in un cassetto, era pronto per uscire ed era giusto che uscisse.

  • 2021 è il numero civico della tua casa di infanzia. Che sapori e odori ti riportano e ti ricordano il passato?

L’odore di camino e il sapore delle Galatine.

  • 2021 è, tuttavia, anche l’anno che sta per sopraggiungere, nonostante hai specificato che nel titolo non ti riferisci a ciò. Che anno speri sarà per te come artista e come donna?

Spero migliore di questo per me come donna/ essere umano. Come artista mi accontenterei volentieri di un anno come questo ma ovviamente spero di poter suonare un po’ in giro.

  • Nel disco c’è una parte di te stessa. È stato difficile riuscire a mettere a nudo le proprie emozioni per renderle visibili a tutti?

Scrivere le canzoni, di per sé, è stato molto semplice e bello, la parte più difficile è stata farle ascoltare alle persone che mi conoscono ma che ignoravano alcune parti di me.

  • Tu rappresenti la generazione nuova, quella che ha il diritto ma anche il dovere di costruire il futuro. Hai dichiarato: “volevo raccontare con semplicità la mia storia, quella di una ragazza di vent’anni che vive il passaggio dall’adolescenza all’età adulta con le difficoltà che questa età porta con sé: non sai chi sei, non sai cosa vuoi”. Le tue incertezze sono solo conseguenza dell’età o la società e le sue regole non scritte incidono sui dubbi, non solo dei giovani, ma dell’uomo in generale?

Non credo che la società incida così profondamente nei dubbi che ho, ma sono convinta che incidano il mio carattere e la mia indole.

  • Sulla tua pagina Facebook scrivi: “mi riprometto sempre di non cogliere i fiori perché stanno meglio lì dove sono ma ogni volta me ne dimentico”. È un bisogno di bellezza o un desiderio di imperfezione?

Buona domanda, forse un bisogno di bellezza. 

  • Hai un libro, una citazione, un’opera d’arte o una canzone che più ti rappresenta?

“Quel che si vede da qui” di Mariana Leky. Un libro che parla di quanto la vita può essere dolce nella sua semplicità! Consiglio!

 

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