Intervista allo scrittore Alessio Santoni: “potrei paragonare I Racconti di Jaculia alla moneta numero uno di Zio Paperone”
Cresciuto in una famiglia di commercianti, Alessio Santoni fin da piccolo è sempre stato appassionato della scrittura di storie di fantasia. “I Racconti di Jaculia”, edito da AltroMondo Editore, è la sua prima raccolta di storie, incentrata proprio sul percorso intrapreso.
È stata scritta nel bel mezzo dei lavori di ristrutturazione della sua vita, caratterizzati da continue lotte interiori e scoperte sorprendenti, in alcuni casi scioccanti, che a più riprese l’autore ha inserito tra le righe dei suoi racconti.
- Buongiorno Alessio, grazie per l’intervista. È uscito da pochissimo il tuo primo libro “I racconti di Jaculia”: ci racconti come nasce e si sviluppa?
Buongiorno Miriam e grazie per avermi concesso questa opportunità. Questo libro nasce a seguito di un irrefrenabile desiderio di raccontare i diversi passaggi che hanno caratterizzato il cambiamento avvenuto della mia vita. Durante la lettura, non si può fare a meno di constatare che nel protagonista c’è una situazione vissuta di partenza caratterizzata dalla frustrazione e dall’insofferenza la quale, una volta raggiunto l’apice, sfocia in una vera e propria conversione. Quando parlo di conversione, vorrei precisare che non intendo spingervi ad aderire a un credo religioso o ad un particolare culto, piuttosto, vorrei far comprendere che la spiritualità può essere concepita come un atto pratico e sincero dove attuare un vero e proprio cambiamento interiore, assecondando nuovi paradigmi di pensiero che comportano l’insorgere di una nuova ed efficace consapevolezza sul mistero della vita.
- L’opera è una raccolta di racconti, tutti diversi tra loro, storie legate da un sottile filo nascosto: tra queste ce n’è una che ha un significato speciale e prezioso per te?
Molti di questi racconti descrivono, attraverso un gioco di storie e incroci narrativi, proprio quel percorso che ha caratterizzato la mia vita fino a oggi. Il protagonista, non a caso, agisce in prima persona oppure, seguendo lo stile narrativo che più sentivo nelle mie corde, viene sostituito da vari personaggi che impersonificano veri e propri alter ego che agiscono in sua rappresentanza. In altri casi, invece, i protagonisti dei racconti sono a immagine dei diversi stati di coscienza che accompagnano e influenzano l’uomo nel corso della sua quotidianità. Per il resto l’opera è caratterizzata anche da altri racconti che, inserendosi trasversalmente e slegati dal filo conduttore della storia, offrono in alcuni casi una diversa prospettiva riguardante ciò che ruota intorno all’uomo, in forza anche della nuova consapevolezza acquisita. Tra questi, quello che risulta essere il più significativo per me è Saras. In questo racconto, il protagonista affronta una complicata situazione di cui lui stesso ne è l’artefice e pur avendo a disposizione tutti i mezzi necessari per poterne uscire, si ostina a compiere azioni inefficaci che inesorabilmente lo ricondurranno nuovamente allo stato di partenza.
- Cosa vorresti che percepisse e scoprisse il lettore tra le pagine?
Niente è come si crede e non per forza le cose debbano andare in un certo modo. Siamo così assuefatti e abituati a credere che la felicità sia una meta utopistica che non ci sforziamo nemmeno più di cercarla. Agiamo meccanicamente, immersi nel tran tran quotidiano seguendo senza alcuna parvenza di criticità ciò che si dice e ciò che si pensa. Ognuno di noi, immagino, pur vivendo uno stato di disagio interiore che si manifesta in ogni ambito della vita tendiamo a non reagire perché non siamo abituati a farlo, non siamo capaci! Siamo convinti che talvolta le cose debbano andare così o che siamo impotenti davanti a esse, oppure, peggio ancora, che debbano essere risolte da qualcosa che è all’infuori di noi, che non ci appartiene. Ma in realtà, dovremmo prendere coscienza del fatto che tutti, e ribadisco tutti, abbiamo la forza e il potere di trasformare la nostra esistenza in qualcosa di meraviglioso, indipendentemente da ciò che avviene nel mondo. Per cui sì, ci sono problemi e sicuramente la sofferenza non manca, ma non sta scritto da nessuna parte che questi devono per forza di cose accompagnarci per tutta la vita o essere visti solo e soltanto come nemici. No, spesso i problemi e le sofferenze sono soluzioni travestite, quelle docce gelate che ci fanno comprendere che non siamo sulla strada giusta o che non stiamo agendo come dovremmo. Sì, tranquilli, a tutto questo il rimedio c’è, il protagonista lo ha trovato e in forza di ciò è riuscito a intraprendere un cammino che ha generato un cambiamento radicale nella sua vita.
- Non manca il sarcasmo e l’ironia: sono “armi” che utilizzi anche nella vita quotidiana?
Decisamente sì, non saprei proprio immaginare di vivere senza una buona dose di ironia quotidiana. È parte integrante della mia personalità che agisce come se fosse una forma di autodifesa, un sistema immunitario che si attiva e che mi aiuta a superare i momenti più difficili. Non a caso è fortemente presente anche all’interno dei racconti sia perché è caratteristica del mio stile di scrittura, sia perché ho ritenuto necessario stuzzicare la curiosità e la conoscenza del lettore attraverso questa leva. Insomma, anche nelle situazioni più difficili farsi una risata non guasta mai.
- L’amore per la scrittura ti accompagna fin da bambino ma la vita ti ha condotto a strada diverse: cosa rappresenta oggi per te questo libro?
Questo libro è nato e mi ha accompagnato durante i vari passaggi esistenziali che ho affrontato, oserei dire ancor prima che avessi intenzione di scriverlo. Benché sia tentato di rispondere che la sua pubblicazione rappresenti un traguardo in realtà è solamente una tappa del mio cammino. Una tappa che, come espresso nella tua domanda, a causa di una strada diversa da quella che avrei voluto intraprendere è stata raggiunta dopo aver accumulato quello che potrebbe sembrare essere un forte ritardo. Tuttavia, guardandomi indietro, non posso fare a meno di pensare che quella deviazione del percorso sia stata a tutti gli effetti propedeutica per la mia maturazione. A ogni modo, volendo utilizzare una similitudine, potrei paragonare questo libro alla moneta numero uno di Zio Paperone che pur essendo ricco sfondato considera quella moneta più preziosa di tutto il suo tesoro.
- Le storie de “I racconti di Jaculia” sono spesso caratterizzate dall’inaspettato: è qui che risiede la bellezza dell’esistenza?
Domanda interessante. Partiamo innanzitutto dal definire cosa sia l’inaspettato. Per quanto mi riguarda lo definirei in due concezioni. Quella che considero più profonda e sostanziale sta nel fatto che l’inaspettato è un evento che noi stessi abbiamo contribuito a creare attraverso il nostro pensiero, un pensiero costante che si elabora e prende forma nel nostro interno, inconsapevolmente, caricando questa energia creante fino alla sua manifestazione e quando questo accade, ci sorprendiamo e rimaniamo increduli di fronte all’impatto che ha nella nostra vita.
L’altra concezione, invece, è più materiale, più banale in un certo senso. Riceviamo una telefonata che annuncia una brutta notizia, magari, oppure buona! Ecco, questo è l’inaspettato di tutti i giorni. Dovremmo comprendere che in base alla nostra predisposizione di pensiero, di come noi ci atteggiamo nei confronti della vita anche ciò che crediamo inaspettato, in alcuni casi, può invece dipendere anche da noi. Il problema è che lo scopriamo soltanto dopo, a posteriori, e se alcuni eventi inaspettati venissero analizzati attentamente potremmo scoprire che questi erano già presenti, da tempo, dentro di noi.
- C’è stato un momento esatto in cui l’inaspettato è entrato a far parte della tua vita?
Innumerevoli volte. Ed è normale considerare il fatto che l’inaspettato sia entrato sotto forma di eventi negativi che positivi, ognuno di noi ne ha un elenco infinito. Per quanto mi riguarda, se ne dovessi scegliere uno, questo è rappresentato dalla conoscenza che ho fatto della mia compagna Valeria. Uno di quegli eventi che più che inaspettati oserei definire memorabili.
- Dove possono incontrarti i lettori? Hai delle presentazioni in programma?
Principalmente sul mio profilo Facebook. Inoltre insieme alla mia compagna gestisco un profilo YouTube e una pagina Facebook dal nome “Lo Spiritualista” dove condividiamo contenuti basati sulla crescita esperienziale sia nel singolo ma soprattutto di coppia, ovviamente attraverso gli insegnamenti legati a una spiritualità pratica e concreta.
In merito alle presentazioni, sabato 27 aprile alle ore 17:30 sarò ad Anzio (RM) presso il Mondadori Bookstore “Il Gabbiano”. Seguirà poi la seconda tappa il 9 maggio alle ore 18:30 ad Aprilia (LT) sempre presso la libreria Mondadori. La terza tappa sarà invece il 25 maggio a Civitavecchia (RM) presso la libreria “Dettagli”.
- Proseguirai con la scrittura? Hai già un’altra storia che aspetta di essere raccontata?
Questo volume rappresenta quella piccola pietra che, cadendo da una rupe, ha generato una frana oramai impossibile contenere. Nel mentre attendevo la pubblicazione di questo libro attraverso la casa Editrice AltroMondo Editore, ho pubblicato altri contenuti. Vi invito ad andare su Amazon dove potrete trovare il sequel de “I racconti di Jaculia” dal titolo “Oltre le ombre: storie di trasformazione tra Terra e Cielo”. Ma non finisce qui! Una delle mie speranze risiede nel fatto che la spiritualità venga compresa e praticata anche dai giovani, per questo motivo ho voluto scrivere quella che definisco una saga “spiritual fantasy” intitolata “Angelo Tempesta” di facile lettura per tutti e dove i primi due capitoli sono già disponibili su Amazon. Infine, insieme alla mia compagna, ho ideato e scritto un manuale per coppie dal titolo “Quando uno più uno fa uno” sempre disponibile su Amazon. Insomma, da come puoi ben capire oramai la scrittura fa parte della mia vita nella sua totalità e quotidianità.