“LETIZIA VA ALLA GUERRA – La suora, la sposa e la puttana”: recensione dello spettacolo in scena al Teatro della Cometa

Agnese Fallongo e Tiziano Caputo in

LETIZIA VA ALLA GUERRA
La suora, la sposa e la puttana

di Agnese Fallongo
ideazione e regia Adriano Evangelisti

arrangiamento e accompagnamento musicale dal vivo Tiziano Caputo

prodotto da GITIESSE Artisti Riuniti diretta da Geppy Gleijeses

Tre grandi donne, due guerre mondiali, un sottile fil rouge ad unirle: uno stesso nome, un unico destino. Letizia va alla guerra è un racconto tragicomico, di tenerezza e verità. Tre donne del popolo, irrimediabilmente travolte dalla guerra nel loro quotidiano, che si ritroveranno a sconvolgere le proprie vite e a compiere, in nome dell’amore, piccoli grandi atti di coraggio.

La prima Letizia è una giovane sposa, partita dalla Sicilia per il fronte carnico, in Friuli, come “portatrice di gerle” durante la Prima Guerra Mondiale, nella speranza di ritrovare suo marito, Michele, chiamato alle armi il giorno stesso delle nozze.

La seconda Letizia, invece, è un’orfanella cresciuta a Littoria (Latina) dalle suore e riconosciuta dalla zia, unica parente rimastale, solo dopo aver raggiunto la maggiore età. I suoi 21 anni, compiuti nel giugno del 1940, coincideranno, però, con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale al fianco della Germania. Sarà proprio la richiesta di incremento di personale femminile per il contesto bellico a condurla a Roma piena di speranze e aspettative per il futuro.

Infine Suor Letizia, un’anziana sorella dalle origini venete e dai modi bruschi che, presi i voti in tarda età vinta dal senso di colpa per un errore di gioventù, si rivelerà essere, suo malgrado, il sorprendente”trait d’union” dei destini di queste donne tanto lontane quanto unite.

Tre storie di vita, narrate rispettivamente in dialetto siciliano, romano e veneto che si susseguono come tre capitoli di un unico racconto. Un omaggio alle vite preziose di persone “comuni”, che, pur senza esserne protagoniste, hanno fatto la Storia.

Impreziosito da musiche e canzoni popolari eseguite dal vivo, prende vita un brillante, triplo “soliloquio dialogato”, che, pur nel suo retrogusto amaro, saprà accompagnare lo spettatore in un viaggio ironico e scanzonato. Uno spettacolo delicato che racconta uno spaccato drammatico della storia d’Italia: la Prima e la Seconda Guerra Mondiale; capace, tuttavia, di alternare momenti di pura comicità ad attimi di commozione, in un susseguirsi di situazioni dal ritmo incalzante in cui spesso una lacrima lascia il posto al sorriso.

Ma ogni notte, da cento anni a questa parte, quando sento di due anime innamorate divise dalla guerra io sotto terra, mi votu e mi rivotu, suspirannu.

Ma nun se decide come se nasce, forse giusto un po’ come se vive, manco troppo, figuriamoci se se po’ decide come morì!

“El Segnor me ciamò a diventar la sua sposa, mai me sarei immaginà de macchiar el nostro amor co un simile peccà…”

 Mettetevi comodi e seguite la Cometa, vi aspettiamo nella nostra casa, nel Salotto Buono di Roma. #seguilacometa #teatrocometa

 Recensione

“Letizia va alla guerra” è uno spettacolo tragicomico, sofferente e divertente nello stesso tempo.

Sul palcoscenico i due interpreti, straordinari: Agnese Fallongo  e Tiziano Caputo.

Agnese Fallongo, sulla scena, rappresenta le tre “Letizia”: la suora, la sposa e la puttana. Tre donne dal destino avverso a causa della guerra.

Lo spettacolo inizia con un canto: un canto doloroso e struggente.

Letizia, la sposa, con il vestito bianco, racconta la sua storia: una storia di grande amore, di quell’amore che spinge a partire, perché il suo amato, Michele, andato in guerra il giorno stesso del matrimonio, non ha mai ricevuto le sue lettere e lei non sa qual è il destino capitatogli. Un amore che la porta a diventare una portatrice di gerle.

È una storia, quella della sposa Letizia, che si sviluppa durante la Prima guerra mondiale ed il racconto di una persona semplice ma forte e coraggiosa.

La seconda Letizia è la “puttana” del titolo: una donna, il cui vero nome è Lina, che per colpa di una vita avversa si trova a svolgere un lavoro non voluto e a desiderare qualcosa di diverso: qualcosa che trova nelle braccia di un giovane fanciullo, “il biondino”.

Questa seconda Letizia attraversa la Seconda guerra mondiale, è l’estate del 1940, l’anno in cui si ritrova a Roma, chiamata in città da una sconosciuta zia Gemma che la trascinerà nel mondo della prostituzione, facendola divenire “Letizia che fa il servizio”.

La terza Letizia, la suora, è una donna ormai sul volgere degli anni. Una donna che all’apparenza appare rigida e severa ma che nasconde una storia diversa: una storia di amicizia e di incontro. È la suora che ha cresciuto Letizia, la prostituta ed è una donna che vive il rimpianto di averla convinta a partire per Roma. “Il biondino”, innamorato di Letizia/Lina, la incontrerà e tra i suoi ricordi scopriremo una storia preziosa ed unica. Una storia di vite distrutte dalla guerra ma pervase di profondo amore; un amore che ha segnato per sempre le loro vite.

Ciò che rende questo spettacolo unico è la bravura assoluta degli interpreti. Agnese Fallongo riesce a modificare il suo accento (siciliano, romano e veneto) in modo repentino e a dar vita a tre donne, diverse nei modi e nell’aspetto.

Tiziano Caputo suona, canta e interpreta voci nell’ombra in modo perfetto.

Insieme, i due attori, danno vita ad uno spettacolo diverso, profondo e intimo.

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