“Nemmeno una virgola” l’emozionante libro sulla terza età di Guido Domingo

Nemmeno una virgola

Editore: Pathos Edizioni

Genere: Narrativa

Numero di pagine: 168

Anno di pubblicazione: prima ed. 2021

Questa è una storia che comincia dal fondo di una vita divenuta marginale, erosa dalla quotidianità, in cui solo apparentemente nulla cambiava. La Vecchia da anni aspetta sola in un appartamento, lottando contro gli acciacchi dell’età, in punta di piedi sul mondo. Il rapporto con la Figlia è poco più di una procedura, da ripetere ad ogni incontro. La scoperta di alcune lire, ormai inutilizzabili, la obbligherà ad un’avventura che rimetterà in gioco il presente e il passato della sua famiglia. Sarà sostenuta da un premuroso Vicino e da un’Insegnante fino al rifugio Martinoli.

I personaggi senza nome di Domingo, seppur poco descritti nelle connotazioni anagrafiche, risultano essere il punto vincente del libro. “La vecchia”, protagonista indiscussa del libro, ben si allaccia allo sguardo empatico del lettore. La sua figura è quella di una donna intrappolata nella sterile vita di un’anziana: dimenticata dalla famiglia, data per scontata dagli sconosciuti, invisibile a tanti occhi, impossibilità negli spostamenti dalle barriere architettoniche. Attraverso la storia della protagonista, il lettore, potrà vivere da vicino l’incredibile esperienza di una donna ormai attempata che al tempo stesso intende intraprendere un viaggio emozionante. Ciò che commuove è di certo lo sguardo attento sui dettagli esterni che si muovono al di fuori della sua vita. I bambini che corrono, il vociare dei passanti, i colori, la spinta infrenabile dei corpi ancora giovani. Una serie di elementi, capaci di fotografare la realtà che vivono molti anziani di oggi.

L’anzianità descritta da Domingo è al tempo stesso una condizione mutabile ed immutabile. La donna è relegata “alla vita da poltrona”, ha un rapporto di routine con sua figlia che si limita a portarle i viveri necessari alla sussistenza. Ella non comprende le prodezze del mondo digitale, non riesce a trovare un punto di contatto con i suoi giovanissimi nipoti. La vita sembra come scorrere lenta “in attesa della morte”. Al tempo stesso, la protagonista del libro, sopraffatta da un ritrovamento sbalorditivo, intende intraprendere un viaggio duro e sensazionale fino al rifugio Martinoli, sull’Alpe, rifugio costruito molto tempo prima da suo marito.

La magia della neve è ben descritta attraverso l’emozione della traversata, il disequilibrio della seggiovia, le temperature rigide, la calura del rifugio con i suoi pasti ristoratori. Una realtà ben costruita da un autore capace di raccontare una storia emozionante con un linguaggio dolce e diretto, seppur in terza persona.

Ad accompagnare la vecchia nel suo viaggio verso l’Alpe saranno due interessanti personaggi: il Vicino e l’Insegnante. Entrambi divengono punti essenziali del romanzo, tenendo per mano materialmente l’anziana donna nel suo viaggio nel luogo del cuore.

Un libro, quello di Domingo, che oltre a raccontare i limiti e le piccole ricchezze che l’età anziana racchiude nelle sue spire, è altresì capace di spingere alla riflessione universale sull’amore. L’amore che lega la vecchia a sua figlia nonostante tutto, l’amore che ancora palpita per suo marito, ormai defunto, l’amore del vicino di casa che si prodiga per l’anziana signora, e quello di quest’ultima per un giovane trent’enne radioamatore. Un libro che pagina dopo pagina, nasconde al suo interno messaggi profondissimi. L’autore sottolinea l’importanza di vivere la vita anche con l’incedere dell’età, l’importanza di regalare tempo di qualità agli anziani. Domingo intende accompagnare i suoi lettori in un viaggio dove la rigidità del posto di neve, lascia spazio all’emotività, fino all’epilogo finale, dove ben si scopre che la vita e la morte spesso, sono a un passo da un desiderio.

Un libro che il suo titolo, ricorda a voce alta, che passo dopo passo, emozione dopo emozione, ci si incontra a metà strada, laddove non vi è neppure una virgola a separare due cuori. Una mano fortunata, quella che gioca la vita, dove al di là della bellezza del posto, ci si ritrova a fare i conti con ciò che si ha dentro, e solo allora, quando la Vecchia, la figlia, il Vicino e l’Insegnante avranno trovato la loro strada, la partita sarà realmente conclusa.

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