“Quel vento” di David Taglieri.

Una canzone suonava nel vento e provenendo da un canto di un tempo antico, vetusto, immemorabile e smemorato bagnava di note la spiaggia ed il sentiero nascosto e oniricamente proiettato nell’infinito che apriva una prateria verso la montagna.

Socrate, Oriana ed Hannah avevano deciso di ingannare, senza ammazzarla per carità di Dio, l’estate cocente di Roma assecondando i raggi del suo lido e non quelli caotici del Campidoglio. La scrittrice fiorentina si accese la sigaretta non celando la sua ammirazione per la prima cittadina ed accusando i precedenti uomini di tutte le angherie più nefaste. Socrate che aveva appena stappato una birra, ne assaporava le gocce come se stesse centellinando un vino del suo amico Dante, che era in ferie a Ravenna e dintorni con il suo inseparabile cane lupo che lo ascoltava e lo ispirava di sguardi e carezze. Il filosofo sosteneva che talvolta il femminismo di Oriana fosse tagliente quanto insopportabile.

Hannah aveva conosciuto un occhialuto simpatico poeta in riva al mare e stava intrattenendo una conversazione che dalla distanza pareva piena di analisi, civetteria e passatempo. Socrate ed Oriana ne approfittarono per farsi una risata e metter da parte screzi amichevoli talvolta allegri, a volte serrati.

Indro, Platone, Dante e Dacia decisero di preparare la braciolata lontani dagli sguardi inopportuni e soprattutto dagli energumeni barbari che controllavano il lungomare e tolleravano amabilmente telefonate cafone dalle sdraio, ma non sopportavano odori di cibo e riposi di carni e salciccie sui fornelli. Socrate accese la sua vecchia radio che sfidava le mode e le ironie becere degli ipertecnologici che conoscevano il mezzo ma ne ignoravano le finalità. Oriana iniziò a ridere – lo vedi stai dando spettacolo… e lui – zitta tu pensa alla tua macchina da scrivere. Improvvisamente il rumore della piacevole, gioiosa ed ordinaria lite fu interrotto dalla notizia della crisi di governo.

La fiorentina disse – lo dicevo io che l’era un furbo sto Salvini – e Socrate per la prima volta in tutta la settimana le dette ragione. Il fumo delle mille sigarette di Oriana disegnava nervosi cerchi che si perdevano nel mare e fra le nuvole che assecondavano il paesaggio. Il pensatore le rimproverò il vizio eccessivo, ma tanto sapeva che erano parole al vento.

E quel vento portava refrigerio anche in un agosto di crisi politiche ed esistenziali, e quel vento sembrava voler azzerare l’apatia nella quale stava cadendo lo stivale per risollevarlo con la forza del pensiero, della scrittura e dell’allegria. Effettivamente una risata seppellì lo squallore politicante e al vento l’allegra comitiva si reunì fra birre, sfottò, bruschette

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