[REVIEW PARTY] “La promessa del buio” di Riccardo Bruni: parole, ricordi, rimpianti, dolori e gioie

Titolo: La promessa del buio

Autore: Riccardo Bruni

Sinossi

Questa cassetta ha un lato A e un lato B: il rock e la morte

  1. Sono passati venticinque anni da quella notte di Ferragosto. Vanni sta per togliersi la vita ma prima di farlo registra una cassetta. È per il suo vecchio amico Bebo, il socio. Sul lato A c’è il rock che ascoltavano da ragazzi, sul lato B Vanni ricorda e racconta cosa avvenne nell’estate del 1992.

Bebo prende la cassetta e parte verso la Maremma con la sua vecchia Ford. Ha una pistola nella tasca del giubbotto e deve mantenere un patto: “pareggiare i conti”. Mentre viaggia accompagnato dalle canzoni dei Nirvana, Metallica, Screaming Trees, ripensa alla voce dell’amico. L’energia dei loro sedici anni, la capanna nascosta sul fiume e le vacanze con i milanesi Guia e Giorgio tornano a vivere. All’improvviso, una morte violenta. Niente più tuffi dal pontile, grigliate e occhi in su a guardar le stelle: i quattro ragazzi diventarono adulti.

In un continuo alternarsi tra passato e presente, la vita spensierata di un gruppo di amici si trasforma in un dramma avvolto nel mistero. E dopo venticinque anni la voce di Vanni è di nuovo con Bebo per svelare la verità.

Recensione

Questo romanzo è scritto bene e al suo interno riscontriamo parole, ricordi, rimpianti, dolori per una vita persa e mal vissuta e gioia sofferente per il passato, per un’estate, per il suo calore e per l’amicizia.

“Pensa alla bellezza di un tramonto. Al fatto che il sole impiega tutto il giorno per diventare in quel modo, rosso fuoco, e irradiare quella sua ultima luce pazzesca che ti lascia stecchito. E non dura che qualche minuto. La bellezza di un istante, che ha richiesto tutta una vita per potersi manifestare e non dura più del tempo di un respiro. Ma in qualche modo sai che è esattamente lì che dovevi arrivare. Che è quello il posto giusto per te. Come se tutto quello che hai fatto avesse avuto il solo, unico scopo di portarti lì.”

È difficile racchiudere questo romanzo in un genere letterario pre – definito, giacché esso è un giallo, è narrativa ed è poesia. Poesia perché la penna dell’autore è una stilettata al cuore, potente ed emozionante.

Il libro è il racconto di un’amicizia, di un assassinio e di un tradimento. È il racconto di un gruppo di amici, di una promessa e di un dolore insanabile.  Da ragazzi, figli di genitori a volte sbagliati, a uomini infelici. L’errore, tuttavia, forse è proprio nel considerare quella felicità essenziale giacché la felicità, svariate volte, si palesa nella forma di una beltà che non arriva mai e non si palesa realmente, creando solo ulteriore dolore nell’uomo che tenta di raggiungerla.

“E mentre la voce di Mark Lanegan parla di vecchie ombre che tornano a bussare alla porta, lo sguardo di Bebo accarezza il panorama della sua vita quando era ancora intatta. La stessa canzone, cantata a squarciagola da due ragazzi che corrono su una vecchia vespa. Bebo si volta e li vede, mentre corrono sulla provinciale. È una giornata di pieno sole. Fa un gran caldo. Quello davanti urla da dietro un paio di occhiali scuri, mentre l’altro ha allargato le braccia come fossero due ali. Lo scooter ha la scritta X-WING sulla fiancata e si muove ondeggiando lungo la strada. Cantano quella canzone, ridono, urlano. Portano addosso il calore dell’estate. Gli passano accanto e Bebo sente persino la ventata. Si volta per seguire la loro corsa, accompagnata dal riff della chitarra di Gary Lee Conner. Ma tutto ritorna grigio. E il calore è solo un ricordo distante.”

Tutto ebbe inizio nell’estate del 1992 e tutto si concluderà nell’autunno del 2017, 25 anni dopo. Un vecchio walkman con delle cuffiette arancioni ed una cassetta inserita racconterà a Bebo una storia. Una storia raccontata dalla voce di Vanni, ormai spenta ma viva nel suono della cassetta. Una storia di anni addietro ma trascinante strascichi nel presente.

“Ed è proprio vero quello che dicono, comunque, c’è un tempo in cui la musica la senti con le orecchie e un tempo in cui finisci per ascoltarla con i ricordi. E gira e rigira quella che ti piace resta la stessa per tutta la vita. C’è un tempo in cui balli, e un tempo in cui ti piace ricordare di aver ballato.”

Eva, una giovane zingara sfuggita a Cisko, un ragazzo violento, fugge con i suoi soldi e si ritrova inserita per breve tempo nel micro – cosmo dei ragazzi, portando scompiglio in quell’estate fatta solo di ingenuità e genuinità. Da quel momento i ragazzi si ritrovano nel mondo degli adulti e da quel momento nulla sarà più lo stesso.

“Alla fine, quanti sono i giorni che contano davvero?  Ce ne sono alcuni che non finiscono mai , che li rivedi davanti a te ogni volta che chiudi gli occhi. E a volte anche quando sono aperti. È come se fossi lì, con quegli amici. In quei momenti che hanno dato senso alla tua vita.”

Un romanzo assolutamente consigliato e ben scritto!

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