Settimo Torinese – novità su infanticidio: neonato frutto di relazione clandestina

Il piccolo Giovanni, gettato dalla madre lo scorso 30 maggio dal balcone della palazzina in via Turati dopo essere stato appena partorito, sarebbe il frutto di una relazione extraconiugale della 34enne Valentina Ventura.

Dopo l’esame del DNA è stato stabilito che il compagno della donna non fosse il padre biologico del piccolo ucciso, confermando agli inquirenti la sua ricostruzione dei fatti, essendosi ritenuto da sempre all’oscuro della gravidanza. Dopo aver appreso il responso dell’esame genetico l’uomo è scoppiato in lacrime, visibilmente sconvolto. Non è indagato, ma resta nell’inchiesta nelle vesti di testimone.

Si cerca dunque di risalire all’identità dell’amante della donna, per accertare se anche lui sia coinvolto in qualche modo nel terribile gesto della Ventura, ora in carcere alle Vallette di Torino con l’accusa di omicidio aggravato, dopo aver ammesso, in seguito a un lungo interrogatorio, di aver partorito da sola in bagno, senza però ricordare nulla su tutto ciò che è avvenuto dopo.

Secondo l’autopsia, le ferite riscontrate sul corpicino del neonato sarebbero compatibili con il lancio dal balcone ipotizzato originariamente.

Crolla anche la scusante che la donna aveva addotto come motivo dell’orrenda tragedia: un’ipotetica malattia ereditaria degenerativa di cui erano effetti il compagno e la figlia di 4 anni, giustificando il raptus con la paura che fosse trasmessa anche al bambino.

Si attendono ulteriori risvolti sulla vicenda, sperando che il lavoro investigativo degli inquirenti riesca a dare un volto al padre biologico del piccolo Giovanni.

Silvia Mallozzi

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