Sulle Ali del Pensiero: Paolo Vallesi, la forza della musica e delle parole

Oggi sulle “Ali del Pensiero” vola a Firenze, capitale del rinascimento e patria altresì di una scuola musicale leggera, laboratorio di artisti, alcuni dei quali purtroppo dimenticati dai media. Oggi parliamo di Paolo Vallesi, nato nel capoluogo fiorentino nel 1964, compositore e paroliere, cantante che ha toccato con delicatezza la sfera interiore e la condizione dei più svantaggiati all’interno dei suoi brani, presentandoci anche la faccia, l’animo, la passione dei vinti.

Negli anni ’90 il cantante del capoluogo toscano ha riscosso grande successo non solo in Italia, ma anche in America Latina e in Spagna, tanto che i suoi brani sono stati tradotti in spagnolo e portoghese. Un successo figlio dello studio e dell’applicazione: il pianoforte è per lui materia di vita ed esperimento fin dall’età di 9 anni.

L’esordio nel 1989 in Gran Premio con Pippo Baudo; nel 1990 il primo riconoscimento importante è rappresentato dalla vittoria alla categoria giovani con la canzone ‘Le persone inutili’, un inno alla panoramica sull’altra faccia del mondo, considerata perdente ed appunto – purtroppo inutile, ed elevata invece da Vallesi a sentinella di valori che alla fine dello scorso secolo si sono perduti o perlomeno dimenticati, quali la sensibilità, la riservatezza, il tatto, l’amore per la vita, nonostante tutto. Sempre nel 1990 l’album di battesimo dell’autore che si intitola come l’omonimo vende più di 200.000 copie, risultato che gli consente di ottenere il disco d’oro.

Tornando alla musica delle parole ed ai testi delle armonie ben riuscita è la collaborazione che lo lega professionalmente a  Giuseppe Dati con il quale scrive, appunto, ‘Le persone inutili’,  mettendo in evidenza quello che non si nota o non si vuole notare nel concetto di debolezza. E sono le persone inutili quelle che non tirano fuori denti e muscoli; lontani anni luce dall’arroganza individuata come titolo di merito nel pianeta 2.0, e che soffrendo comprendono l’Amore con la a maiuscola, perché dietro l’amore c’è gioia ma anche dolore. Bella la conclusione- nel loro paradiso non ci andremo mai: un insegnamento importante.

Nel 1992 si presenta nella categoria dei cantanti affermati classificandosi nella terza posizione con ‘La forza della vita’ (scritta sempre con Giuseppe Dati) vincendo il disco di platino e concentrandosi anche in questa occasione sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista testuale al peso dei pensieri e delle parole nella loro interazione e nel loro dialogo con la sfera interiore.

Un altro brano molto significativo ma dimenticato, che a nostro avviso evidenzia la profondità di Paolo Vallesi, è ‘L’eterna danza’. Presente nell’album ‘Non mi tradire’ del 1994, descrive la condizione carceraria di chi vive le angosce della prigione, pure in maniera metaforica, intendendo sia quella esteriore che quella interiore; tentando di elevare il lavoro di ricerca di chi, pur scontando le pene dell’inferno per aver sbagliato, prova a ritagliarsi un piccolo angolo di gioia anche nella sofferenza. Il brano è molto toccante e mescola al rap la musica leggera, con un testo delicato ma allo stesso tempo profondo, scritto con Alessio Bertallot, conduttore radiofonico esperto di musica.

Vi invitiamo ad assaporare ogni singola nota della musica di Vallesi e a riflettere sulle parole che descrivono la vita fra la quotidianità e la filosofia.,

Un altro cantautore oggi ci ha fatto viaggiare “sulle ali del pensiero” e noi ci siamo soffermati ad osservare questa eterna danza per dare la possibilità alle canzoni di aiutarci, talvolta, anche a pensare, a creare qualcosa che vada oltre l’azione ripetitiva e omologata. Sperando che Paolo Vallesi riconquisti la visibilità e il successo che merita.

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