Recensione de “L’ultima corriera per la saggezza” di Ivan Doig: il romanzo di commiato di una delle voci più autentiche dell’Ovest, in un’America sconfinata.

Ivan Doig

L’ultima corriera per la saggezza

Traduzione di Nicola Manuppelli

Prima edizione maggio 2020

https://www.nutrimenti.net/libro/lultima-corriera-per-la-saggezza/

Un romanzo che racconta il cuore centrale delle cose, l’enigma della vita, senza fronzoli o narrazioni di “parvenze” ma reale nella sua semplicità, eppure in costante ricerca di parole, emozioni e suoni.

“L’ultima corriera per la saggezza”, opera che pone fine alla scrittura prolifica di Ivan Doig, considerato una tra le voci più autentiche dell’Ovest americano, edito dalla casa editrice Nutrimenti, ha per protagonista Donal Cameron, un ragazzino di soli 11 anni che, a bordo una corriera, affronta un viaggio lungo milleseicento miglia.

Donal, in un itinerario a lui sconosciuto, parte per raggiungere gli zii Kate e Dutch, a causa delle delicate condizioni di salute della nonna, l’unica persona a essersi preso cura di lui dopo la morte dei genitori. L’anziana donna è costretta a far partire il nipote, in quanto deve affrontare un’operazione e il conseguente “recupero”, senza più alcun posto dove “abitare”.

Il ragazzino, vive, infatti, fino a quel momento, insieme alla nonna, nel ranch di “Cervello di Gallina” e tenta, prima di partire, di trovare una soluzione per non affrontare quel viaggio ignoto, ma i suoi sforzi saranno vani.

L’autore restituisce vita ai pensieri e agli incontri del giovane protagonista, a volte un po’ sbadato ma in grado con la sua franchezza di avvicinare persone a lui apparentemente ostiche e di fare incontri che rimarranno indelebili, non solo nel ricordo ma, anche, nel suo “libro delle dediche”. La parola, in questo caso, assume in Doig una valenza quasi sacra: il riuscire ad avvicinare tutti, indistintamente, è un dono divenuto tramite, in Donal, grazie al suo libro e al chiedere.

Le dediche, infatti, consentono di comprendere un po’ di più dei tanti personaggi che il giovane incontra.

Donal non utilizza solo il libro bensì è dotato di una profonda fantasia che gli permette di trovare una soluzione anche alle situazioni più complicate da affrontare.

La corriera condurrà il ragazzino nel Wisconsin, a casa degli zii, ma sarà il viaggio stesso a divenire racconto, in un romanzo in cui gli incontri sono permeanti nel giovane e sognatore protagonista.

“L’ultima corriera per la saggezza” si rivolge ad un pubblico adulto ma è necessario anche ai lettori più giovani perché l’autore ci regala la rappresentazione di un “differente” eroe: un ragazzino che è in grado di donare amicizia incondizionata, di vivere con intraprendenza e di credere che tutto si risolva, nonostante i momenti di sconforto.

Attraversando l’America, a bordo di una corriera, Donal incontrerà personaggi straordinari ma anche comuni, brave persone ma anche ladri, e in ugual modo, di questi incontri, trarrà una storia.

Dalla cameriera Leticia proverà l’ebbrezza di un bacio soave sulla bocca, scoprendosi più grande e comprendendo che la vita, spesso, è frutto di casualità e un incontro è in grado, attraverso le trame del destino, di condurre a un legame nuovo.

Incontrerà Harv, un galeotto che ritroverà, molte pagine dopo, in un luogo inaspettato ma anche una coppia di anziani sposi, gli Schneider, il cui figlio sarà per Donal un momento salvifico.

Ad accompagnare Donal nel suo vagare, oltre al libro delle dediche, anche la punta di una freccia, da lui trovata nel terreno di “Cervello di Gallina” e per questo non sua. Un simbolo di speranza quando la paura diventa gigantesca e i problemi appaiono quasi irrisolvibili.

L’arrivo a casa degli zii, Kitty e Dutch, porrà fine alla sua avventura, nell’attesa di un’altra che sta per iniziare.

Lo zio Dutch, che non si chiama più Dutch, farà comprendere a Donal come alcuni legami, anche se non “di sangue”, sono destinati a rimanere eterni e come insieme l’avventura e la vita siano ancora più entusiasmanti. Ma capirà, anche, tramite la sua conoscenza, che le persone sono diverse da ciò che appaiono superficialmente e che alcune decisioni, anche se sbagliate, sono, tuttavia, sofferte.

Il 1951, per Donal e per noi lettori, rimarrà un anno o perlopiù un estate, dove meno bambini ci si scoprirà “illusione” di adulti in cui, tuttavia, i sogni fanno ancora fatica a “scollarsi”.

Lungo la rotta dei cowboy, alla ricerca degli indiani, verso il West d’America, Ivan Doig ci restituisce il viaggio di un giovane avventuriero, ancora inconsapevole del mistero dell’esistenza, ma in grado di viverla senza remore.

Le cose folli accadono senza poesia o ragione, questa è la verità”.

Ivan Doig

Ivan Doig (1939-2015) ha ambientato gran parte dei suoi sedici libri in Montana, dove era nato e cresciuto, figlio di un cowboy e di una cuoca. È considerato una delle voci più originali della narrativa della frontiera e della working class delle fattorie e dei ranch, tanto che la New York Times Book Review lo ha definito “una figura centrale nella letteratura del West americano”. A sua volta, il Washington Post ha scritto che le storie di Doig ricordano i racconti di Stevenson, “per la capacità di mescolare la storia con la finzione, l’avventura con la vita di tutti i giorni, le tradizioni e la leggenda”. Più volte premiato per i suoi romanzi, Doig è stato anche finalista al National Book Award con il memoir This House of Sky.

 

Libro fornito da Nutrimenti.

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