“Soldati” di Marco De Luca: recensione del racconto breve.

Nessuno lo aveva mai visto sorridere. Quando gli chiedevano perché alla sua età era ancora maggiore, lui rispondeva: “Vescovo mi hanno fatto e Papa non devo diventare”.

Un racconto breve ma complesso.

“Soldati” è la narrazione della guerra, attraverso poche pagine in grado di raccontare l’articolazione del cuore umano che, inesplorato nei suoi battiti, è capace di attuare grandi atti di coraggio per perseguire uno scopo, nonostante il fragore, la sofferenza e la morte.

Protagonista della storia, fuoriuscita dalla penna di Marco De Luca che tra il dicembre 2007 e l’aprile 2008 ha partecipato all’operazione ISAF in Afghanistan, è il Maggiore Berardi.

La storia è ambientata nell’ex fortino sovietico Delaram, nel giugno 2008.

La situazione, nel fortino, è drammatica; il numero dei feriti, principalmente bambini, aumenta esponenzialmente e la tensione è elevata.

Il Maggiore ha in testa solo uno scopo: riportare a casa i suoi soldati, 50 uomini che hanno lottato per salvaguardare la vita dei civili. Quando alcuni di loro rimangono intrappolati in città, il Maggiore, un uomo che non ha mai sorriso, comprende che è giunto il momento di dimostrare ancora una volta il suo valore, non per ottenere una medaglia, bensì per salvare l’esistenza dei suoi uomini.

“Soldati” ci racconta gli attimi concitati, il coraggio che sopraggiunge, il sacrificio di chi persegue uno scopo, il ricordo di chi deve la sua vita a un altro uomo.

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