“Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” | 7.12.2019 – 24.05.2020 | Museo Civico Archeologico, Bologna

A distanza di 20 anni dalle grandi mostre di Bologna e Venezia, il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta un ambizioso progetto espositivo dedicato alla civiltà etrusca, in cui sono riuniti circa 1400 oggetti provenienti da 60 musei ed enti italiani e internazionali.

Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna è una mostra promossa e progettata da Istituzione Bologna Musei| Museo Civico Archeologico, in collaborazione con la Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche dell’Università di Bologna, realizzata da Electa e posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Il progetto scientifico è a cura di Laura Bentini, Anna Dore, Paola Giovetti, Federica Guidi, Marinella Marchesi, Laura Minarini (Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico) e Elisabetta Govi, Giuseppe Sassatelli (Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche Alma Mater Studiorum Università di Bologna). Il progetto di allestimento è a cura di Paolo Capponcelli, PANSTUDIO architetti associati.

L’esposizione, aperta dal 7 dicembre 2019 al 24 maggio 2020, conduce i visitatori in un itinerario attraverso le terre degli Etruschi e mostra come non esista una sola Etruria, ma molteplici territori che hanno dato esiti di insediamento, urbanizzazione, gestione e modello economico differenti nello spazio e nel tempo, tutti però sotto l’egida di una sola cultura, quella etrusca. Non c’è miglior metafora che quella del viaggio, per spaziare in un vasto territorio compreso tra le nebbiose pianure del Po fino all’aspro Vesuvio, attraverso paesaggi appenninici e marini, lungo strade e corsi fluviali.

La prima parte del percorso offre un momento di preparazione al viaggio, facendo conoscere al visitatore i lineamenti principali della cultura e della storia del popolo etrusco, attraverso oggetti e contesti archeologici fortemente identificativi. Così preparato, il visitatore può affrontare la seconda sezione, dove si compie il viaggio vero e proprio nelle terre dei Rasna, come gli Etruschi chiamavano se stessi. La mostra si apre con una breve introduzione, dove il visitatore può confrontarsi con quei viaggiatori che, secoli prima di lui, si accostarono con interesse e stupore alle terre dei Rasna, affidando impressioni e ricordi alla penna o al pennello: sono infatti i paesaggi dipinti da Samuel J. Ainsley a offrire il primo impatto con le dolci colline toscane, con le rovine di Vulci o con la maestosa rupe di Orvieto, grazie al prestito dal British Museum di Londra.

Il prestigioso istituto britannico assieme al Musée du Louvre, al Musée Royal d’Art e d’Histoire di Bruxelles, al Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen e ai Musei Vaticani, figura tra i prestatori stranieri di una mostra che ha privilegiato per le richieste di prestito un rapporto stretto e capillare con le Soprintendenze e i musei italiani.

Le rovine e le vedute romantiche cedono poi il posto a un allestimento moderno e sapiente, dagli accesi colori che pongono in risalto IL TEMPO DEI RASNA e scandiscono le fasi principali della lunga storia etrusca: cinque colori per cinque periodi storici, che intendono fornire al viaggiatore/visitatore gli strumenti per meglio comprendere l’itinerario vero e proprio.

Si parte dalle origini (IX secolo a.C.) e si continua con: l’alba della città (fine del IX – terzo quarto dell’VIII secolo a.C.); il potere dei principi (ultimo quarto dell’VIII – inizi del VI secolo a.C.); una storia di città (VI – V secolo a.C.) e la fine del mondo etrusco (IV – I secolo a.C.).

La prima parte del percorso espositivo racchiude in sé la cronologia ma soprattutto l’analisi della società e della cultura del tempo: sono le semplici forme dei vasi biconici degli albori della storia etrusca a dare il via al racconto e ad essi si affiancano le tombe con i primi segni di differenziazione sociale e le prime importazioni dal bacino del Mediterraneo, indice della creazione di una solida rete di scambi. Viene poi il tempo delle aristocrazie che amano autorappresentarsi potenti, ricche e guerriere. Si assiste alla nascita delle città, esemplificate dai templi e dalle loro decorazioni architettoniche, espressione di un potere unitario e urbano. Si contempla il fiorire di una ideologia funeraria che guarda al mondo greco e si avvale di oggetti di straordinaria bellezza, come quelli provenienti dalla tomba delle hydriae di Meidias e si può ammirare la ricostruzione degli apparati decorativi di una tomba dipinta, grazie alle copie ottocentesche della tarquiniese Tomba del Triclinio, prestate dai Musei Vaticani.
Vediamo infine sorgere a nuova grandezza le aree periferiche poste ai margini del cuore etrusco d’Italia, per poi assistere al lento e inevitabile declino di un popolo nel confronto con Celti, Sanniti e Romani.

Il racconto dell’ultima e più consistente parte della mostra, LE TERRE DEI RASNA, è affidato alla volontà di mettersi in viaggio del visitatore, attraverso paesaggi sempre diversi che incorniciano la nascita delle principali realtà etrusche: ancora una volta cinque sezioni per cinque Etrurie, ciascuna foriera di affascinanti temi e di novità di scavo e di studio.
Sono Tarquinia, Veio, Cerveteri, Pyrgi e Vulci le città messe in luce per esemplificare l’ETRURIA MERIDIONALE, dove il paesaggio, con i suoi pianori tufacei, le fertili pianure e le dolci coste, ha fortemente influenzato la nascita dei primi insediamenti e favorito la trasformazione di questi in città vere e proprie e in empori attivi e proiettati agli scambi e al commercio con tutto il Mediterraneo. É l’occasione per ammirare i nuovi rinvenimenti come la tomba della sacerdotessa di Tarquinia, i materiali votivi dal santuario- emporio di Pyrgi, la tomba dello scarabeo dorato da Vulci, città dalla quale arriva anche una straordinaria scelta di suppellettili e oggetti in bronzo, tra i quali spicca la maschera-visiera di uomo barbato.

La seconda sezione presenta una terra complessa e ricchissima come l’ETRURIA CAMPANA, con corredi funerari principeschi come quello della tomba femminile 74 da Monte Vetrano (Salerno), databile tra la metà e il terzo quarto dell’VIII secolo a.C. , segno tangibile di una comunità fiorente e strutturata inserita in un sistema commerciale dinamico tra Oriente levantino, Sardegna e l’area tirrenica e adriatica. Tra i centri in esame per questo territorio, dove i popoli si incontrano e le culture si mescolano, accanto a Pontecagnano, Capua, Nola, anche Pompei con le sue coloratissime decorazioni templari, che rivendica in mostra le sue origini preromane.

Il viaggio conduce poi all’ETRURIA INTERNA, quella attraversata dal Tevere, quella di Orvieto, Perugia, Chiusi e Cortona. Ed è dalla città di Velzna, come gli Etruschi chiamavano Orvieto, che arriva in mostra una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi anni: il fanum Voltumnae, santuario federale di tutti gli Etruschi ricordato dalle fonti letterarie, è oggi una realtà anche archeologica. Le ricche offerte votive, le iscrizioni agli dei raccontano di una vivacità culturale e spirituale che giunge dall’età arcaica fino alla romanizzazione.

Le splendide urne policrome dall’area perugina e i volti impassibili dei canopi di Chianciano restituiscono fisicità agli Etruschi e ci raccontano come l’uomo si poneva di fronte alla morte, con quali rituali, riti e aspettative oltremondane. Il mare, i fiumi, le vie appenniniche caratterizzano poi la quarta sezione dedicata all’ETRURIA SETTENTRIONALE: è da Populonia che provengono alcune delle novità più interessanti della mostra come l’importante sepoltura bisoma di bambini in pithos, databile al IX secolo a.C., o il deposito delle armi rinvenuto sulla spiaggia di Baratti (V-IV sec. a.C.).
Anche se già noti in precedenza non sono di minore interesse i materiali dalla tomba del Tridente (fine dell’VIII – inizi del VII sec. a.C.), con manufatti di alto valore simbolico che fanno di questa sepoltura una delle più ricche dell’Orientalizzante di Vetulonia. Di straordinaria importanza è il grande tridente, una vera insegna regale che identifica il personaggio che la possedeva come di altissimo rango, probabilmente posto ai vertici della comunità. I centri disposti dalla costa tirrenica fino alla dorsale appenninica si rivelano attraverso ricchi corredi come quello della tomba di guerriero da Volterra (Pisa), via Poggio alle Croci e importanti monumenti in pietra come la stele di Avile Tite, per la prima volta in mostra fuori dal Museo Guarnacci di Volterra, che costituisce uno dei monumenti funerari più significativi dell’epoca arcaica del distretto settentrionale.

L’ultima sezione è dedicata all’ETRURIA PADANA, un ampio territorio che a partire dalla appenninica Verucchio, terra dei signori dell’ambra, e dalla “nuova città” di Marzabotto giunge fino al mare adriatico (Spina e Adria) e alle realtà della pianura occidentale (Emilia Occidentale e Mantova), passando per Felsina, la Bologna etrusca che le fonti antiche chiamano Princeps Etruriae, per sottolinearne l’importanza e la nascita antichissima. È da Bologna che vengono i rinvenimenti eccezionali della tomba 142 della necropoli di via Belle Arti con un corredo di suppellettili in legno la cui conservazione rappresenta una novità e una eccezionale rarità per il panorama archeologico bolognese.

La mostra dialoga naturalmente con la ricchissima sezione etrusca del museo, che testimonia il ruolo di primo piano di Bologna etrusca, costituendo, quindi, l’ideale appendice al percorso di visita dell’esposizione temporanea. Grazie alla collaborazione con ASTER#srl Archeologia Storia e Territorio, nel solco della tradizione ormai pluridecennale del Museo Civico Archeologico, è disponibile una vasta offerta didattica per le scuole di ogni ordine e per il pubblico adulto.

Accompagna la mostra il catalogo Electa con saggi introduttivi di Giuseppe Sassatelli, Vincenzo Bellelli, Roberto Macellari, Marco Rendeli, Alain Schnapp e Giuseppe Maria Della Fina; saggi dedicati alle singole sezioni di mostra; un approfondimento sui musei etruschi italiani e un importante apparato di schede dedicate alle opere in mostra.

Titolo
Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna
Sede
Museo Civico Archeologico
via dell’Archiginnasio 2, Bologna
t. +39 051 2757211
Periodo di apertura
7 dicembre 2019 – 24 maggio 2020
Mostra promossa e progettata da
Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico
in collaborazione con Cattedra di Etruscologia
e Antichità Italiche Alma Mater Studiorum
– Università di Bologna
Realizzata da
Electa
Con
Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
Progetto scientifico
Laura Bentini, Anna Dore, Paola Giovetti, Federica Guidi,
Marinella Marchesi, Laura Minarini (Istituzione Bologna
Musei | Museo Civico Archeologico)
Elisabetta Govi, Giuseppe Sassatelli (Cattedra di
Etruscologia e Antichità Italiche Alma Mater Studiorum
– Università di Bologna)
Progetto di allestimento
Paolo Capponcelli
PANSTUDIO architetti associati
Progetto grafico
Sebastiano Girardi
Orari di apertura
tutti i giorni esclusi i martedì non festivi
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 9-18
sabato, domenica 10-20
ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso
open € 16
intero € 14
ridotto € 12 | studenti maggiorenni e universitari fino
a 26 anni con tesserino e non in gruppo, persone con
disabilità, giornalisti con tesserino, forze dell’ordine con
tesserino, categorie convenzionate, partner con relative
tessere identificative, possessori Bologna Welcome Card
ridotto € 10 | guide turistiche con tesserino se non
accompagnano gruppo, biglietto gruppi adulti
(min. 15 – max. 30 partecipanti), studenti universitari con
tesserino tutti i lunedì non festivi
ridotto € 7 | possessori Card Musei Metropolitani Bologna,
ragazzi da 6 a 17 anni compiuti non in gruppo scolastico
gratuito | minori di 6 anni, 2 accompagnatori per gruppo
scolastico, 1 accompagnatore per gruppo organizzato,
1 accompagnatore per persone con disabilità, guide
turistiche con tesserino che accompagnano gruppo, soci
ICOM, giornalisti accreditati
Informazioni e prenotazioni
t. +39 051 7168807
da lunedì a venerdì 8.30-19 | sabato 8.30-14
Siti web
etruschibologna.it
museibologna.it/archeologico
electa.it
#etruschibologna

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