Rassegne post – pandemiche: ripartire dal Bene.

Michele Brambilla su Il Resto del Carlino, nel suo editoriale dedicato ai giovani, alla tecnologia e agli ultimi fatti di cronaca, ci dà uno spunto importante di ragionamento e una chiave per ripensare la vita e la gestione delle nostre esistenze.

La pandemia, come detto da più parti e confermato dai fatti, ha amplificato delle abitudini e dei vezzi che erano già consolidati da tempo: sul piano sociale, ad esempio, un certo isolamento, non solo dei giovani, ma anche degli adulti era assicurato drammaticamente dall’aver racchiuso i comportamenti, le istantanee e i pensieri in un telefono che schematizza l’alternarsi dei giorni.

Il problema di fondo è questo: siamo fatti di carne, ossa, emozioni, percezioni e niente puo’ essere omologato perché un vissuto o addirittura più vissuti non possono essere raccontati e approfonditi da una serie di selfie, storie o dirette che siano.

La qualità del tempo marca la quantità dello stesso, lo caratterizza e gli dà un ritmo.

Ora è chiaro che sarà molto più difficile tornare alla normalità, rimodulando dei rapporti umani che già prima erano in crisi, ma voglio sperare che sia davvero tanta la voglia di un ritorno alla vitalità che, forse, potremmo ripianificare un pianeta più umano.

Riprendendo il pezzo di Brambilla è interessante il passaggio nel quale il direttore mette in evidenza il netto confine fra le vite, quelle reali fatte di fisicità e concretezza e quelle dei mille piani e delle indecisioni dentro quei monitor, e quella dei figli che si trovano spiazzati di fronte a questi orizzonti paralleli.

Nella posta di Claudio Risé su psiche – uomo, lo psicoterapeuta rispondendo a una domanda di un lettore denuncia lo scarso rilievo dato alla psicologia in questo momento pandemico: tutti a parlare di economia, politica, sanità, ma il benessere della psiche, a oggi, è messo fra  parentesi se non addirittura snobbato. Gli operatori in tal senso dovrebbero essere aiutati e stimolati dall’azione statale vista la loro funzione urgente e necessaria.

Risé  spinge in senso positivo lettore e lettori a non subire la vita ma a essere parte attiva con idee, creatività e lotta alla paura.

Dettagli di vita, quelli che ci fornisce Pietrangelo Buttafuoco su Il Quotidiano del sud: lo scrittore siciliano in un corsivo di grande spessore riprende l’intervista rilasciata da Giovanni Veronesi a Elvira Serra su il Corriere della Sera, scattando una fotografia di sensibilità, gratitudine e amicizia.

Il regista non ha abbandonato l’amico attore – regista che ultimamente sta male. Sembra che i due si parlino con gli sguardi, con il non detto e con la paura di far soffrire l’altro.

Sensibilità che sono figlie di valori universali improntati e ispirati dal Bene, che, forse, potrebbe essere il motore migliore e più attrezzato per affrontare il futuro post pandemico e il presente che abbiamo già di fronte…

 

 

Foto di Markus Winkler da Pixabay

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