Venezia 77 – “Kitoboy – The Whaler Boy” di Philipp Yuryev: recensione del film in selezione nella rassegna “Giornate degli Autori” della Biennale Cinema 2020

Kitoboy - The Whaler Boy

Kitoboy
The Whaler Boy

di Philipp Yuryev

Russia, Polonia, Belgio, 2020, 94′, colore, DCP

Sceneggiatura: Philipp Yuryev

Fotografia: Mikhail Khursevich -Yakov Mironchev

Montaggio: Karolina Maciejewska – Alexander Krylov – Philipp Yuryev 

Musica: Krzysztof A Janczak

Suono: David Vrancken

Scenografia: Georgy Kolotygin – Artem Kuzmin

Costumi: Boris Kukolkin

Interpreti: Vladimir Onokhov – Kristina Asmus – Vladimir Lyubimtsev – Nikolay Tatato – Arieh Worthalter – Maria Chuprinskaya

Produttore: Alexey Uchitel

Produzione: Rock Films

Co-produttori: Kira Saksaganskaya – Marion Hänsel – Jacek Kulczycki – Magdalena Zimecka – Radoslawa Bardes

Co-produzioni: Orka – Man’s Films Productions

Con il supporto di: The Foundation for development modern cinematography KINOPRIME – Ministry of Culture of the Russian Federation – Polish Film Institute – Shelter Prod – Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles – Taxshelter.be – ING – Tax Shelter du gouvernement fédéral de Belgique

In selezione ufficiale nella rassegna “Giornate degli Autori” all’interno della 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia “Kitoboy – The Whaler Boy” del regista Philipp Yuryev.

La fotografia di un quartiere degradato, un locale notturno nell’oscurità della via, ragazze in abiti succinti al suo interno.

L’inquadratura si sofferma su una giovane donna bionda (Kristina Asmus), dall’aspetto quasi angelico. Seguiamo i suoi movimenti fino a giungere in una stanza dai colori chiari in cui la donna svolge la sua attività per un sito erotico. Hollysweet999 è il suo nome “d’arte”.

Nel frattempo, un gruppo di uomini, in un villaggio sperduto sullo Stretto di Bering che divide la Russia dagli Stati Uniti, tra il circondario autonomo della Čukotka e l’Alaska, sta osservando la donna e la sua “esibizione”. Tra questi vi è anche Leshka (Vladimir Onokhov), un adolescente cacciatore di balene e un suo amico (Vladimir Lyubimtsev).

La visione della ragazza suscita un profondo turbamento nel giovane e successivamente diventa un’ossessione che cambierà radicalmente la sua vita.

Leshka vive in un territorio brullo in cui l’attività principale è la caccia alle balene.

La vita del protagonista si svolge tra la caccia ai mammiferi di cui si osservano i dettagli cruenti (il taglio della carne, il mare colore rosso), i giochi con l’amico e le conversazioni con il nonno, il quale pensa che ogni giorno sia giunto il suo momento di morire.

I giorni sembrano scorrere apparentemente tranquilli ma nei due giovani adolescenti sopraggiunge il desiderio di scoprire la sessualità e la necessità di evadere dalla quotidianità.

Con la luce che spesso “viene meno” lasciando il buio intorno e dentro il protagonista che non può “vedere” la fanciulla in chat, donna che è diventata “motore trainante”, l’esistenza prende una direzione inaspettata.

Il racconto di come dall’Alaska si può giungere in America sembra essere solo una leggenda ma per Leshka che ha deciso di imparare inglese per comunicare con la ragazza diventa un’occasione per evadere dalla realtà che è diventata sempre più difficile, soprattutto a seguito di una rissa con l’amico, a causa della sua gelosia.

“Kitoboy – The Whaler Boy” ha un aspetto molto “terreno”, quasi crudele in alcuni elementi: la visione delle interiora della balena, gettate nel mare con noncuranza e che ritornano a riva in un moto ripetuto suscita nello spettatore disgusto e comprensione di come il luogo e il tempo vissuto dagli abitanti del villaggio sia differente e lontano dal nostro conoscibile.  

L’opera è resa interessante da una sceneggiatura che racconta una storia inaspettata ma l’unione di elementi reali con altri dalla valenza simbolica, quasi mitica, rendono il film poco chiaro e il suo significato rimane, anche dopo la visione, oscuro.

BIOGRAFIA REGISTA

Senza alcuna esperienza cinematografica, Philipp Yuryev (Mosca, 1990) è stato ammesso all’Università Statale Russa di Cinematografia. Con il suo primo cortometraggio realizzato durante gli studi, Utro drugimi glazami, si è aggiudicato numerosi premi internazionali. Eguale successo ha ottenuto con Vidoizmenennyy landshaft. Il suo film di diploma, Pesnya mekhanicheskoy ryby è stato selezionato al Sundance e al Festival di Clermont-Ferrand. Kitoboy è la sua opera prima.

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