“Fiore di roccia” di Ilaria Tuti: recensione del romanzo. Una storia di retrovia ma soprattutto una storia di donne.

Fiore di roccia

Il frastuono delle trincee ti sfiora appena. I cannoni e il loro boato in un sottofondo lontano. L’odore acre dei morti si mescola all’incenso e agli oli profumati nelle mani di donne coraggiose. La resilienza del fiore di roccia, metafora di quelle troppo spesso dimenticate, portatrici carniche.

Il romanzo di Ilaria Tuti “Fiore di roccia” della casa editrice Longanesi rievoca la gloriosa storia femminile di quelle donne che, dal 1915 sino al 1917, scrissero una delle pagine più commoventi e rare nella storia dei conflitti armati. Lo sfondo è la regione alpina della Carnia, prima del passo di Monte Croce che conduce in Austria.

Le linee di combattimento venivano rifornite da quelle passate alla storia come “le portatrici” che, dal fondovalle, dove erano stati dislocati i magazzini per i depositi militari, risalivano le montagne verso le trincee per rifocillare gli uomini impegnati al fronte.

A dare voce alla storia è Agata Primus, insieme a Maria, Caterina, Viola, Lucia e ad altre mogli, figlie, sorelle e madri, con indosso le scarpets – scarpe fatte di stracci sovrapposti – caricate sulle spalle le gerle pesanti si abbarbicavano sui sentieri rocciosi, sfidando la morte.

“È come se la morte ci avesse chiamate alle armi per difendere la vita. Non possiamo attendere né affidarci alla speranza. A volte penso che siamo noi la speranza. E siamo tante. Duemila donne, dicono. Un battaglione.”

Man mano che ci si addentra nella lettura del romanzo, sembra quasi di sentirlo quel freddo delle rocce risalire sulle gambe oltre la gonna, sembra di sentirle cantare per darsi coraggio, sembra di poterle vedere scaldare le loro mani con il solo fiato e, come se il peso delle gerle appesantisse anche il lettore; sembra di sentire la leggerezza delle spalle sulla strada del ritorno.

“o noi saliamo o gli austriaci scendono”

Un continuo avvicendarsi di vita e morte con il continuo sovvertimento dell’ordine naturale delle cose.  

“Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione”.

Un romanzo doloroso fatto di coraggio e memoria perché è la memoria che costruisce la nostra identità.

Non eroine di guerra, o quantomeno non consapevoli di esserlo, una storia di retrovia ma soprattutto una storia di donne.

https://www.longanesi.it/libri/ilaria-tuti-fiore-di-roccia-9788830455344/

 

Romanzo fornito da Longanesi

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