Girls just wanna have fun: fundamental rights.

Neanche a farlo apposta, la sera dell’8 marzo il canale Top Crime ha dedicato un episodio della serie televisiva Bones ad un traffico di esseri umani tra la Cina e gli Stati Uniti, in particolare donne con tutte le sevizie del caso (rapimento di famigliari, botte, segregazione, salari miseri) e, subito dopo, la serie televisiva Law & Order si è occupata come da copione a casi di stupri e molestie sessuali.

Mi sono molto sorpresa di me stessa, perché non ho avuto motivo di contestare la scelta del palinsesto, forse sul serio del tutto casuale, ma al contrario ho apprezzato che la direzione di Top Crime abbia calcato la mano sul problema legato all’8 marzo. Sinceramente, non so di cosa farmene di un sacco di chiacchiere, applausi e discorsi ispiratori che rimangono spesso confinati in 24 ore (quando ci si ricorda dell’8 marzo). Mi ha al contrario fatto molta più specie che i miei colleghi maschi non si siano ricordati, se non in tarda giornata, di fare “gli auguri” a noi donne. Ma di nuovo: auguri per cosa? C’è davvero bisogno di una giornata mondiale per ricordare che la donna esiste ed ha il diritto di farlo? Non festeggiamo un 8 marzo per gli uomini, o sbaglio? Com’è possibile che nella generazione 2.0 siamo ancora incastrati im questo punto? Un punto decisamente inutile, dato che l’8 marzo non dovrebbe essere la giornata di auguri e mimose, vi sembra San Valentino in giallo? Dovrebbe essere dedicato a riflettere sulla figura umana ancora più discriminata nel mondo (dati dell’Internazionale 2017), ovvero la donna.

Dovrebbe far riflettere il fatto che in Italia questa giornata esiste dal 1922, cioè quasi 100 anni e che in questi 100 anni la donna ha ottenuto diritto al voto, al lavoro, allo stupro come violazione dei diritti umani, all’aborto, al divorzio e all’uguaglianza di genere parte I, ma ha ancora da affrontare il diritto alla difesa da violenze domestiche, il diritto ad una equa paga, il diritto a conciliare famiglia e lavoro, il diritto ad una maggior rappresentanza in politica e il diritto all’uguaglianza di genere parte II.

Non regalate mimose, perché non c’è nulla da festeggiare. Piuttosto che vengano fatte leggi e si rivedano i parametri sociali che collocano la donna in una determinata sfera della società e l’uomo in un’altra solo per la differenza di cromosoma.

Perché non si possono avere uomini baby-sitter e donne nei reparti speciali? Perché l’uomo non potrebbe stare a casa a curare i figli e lasciare lavorare una donna altrettanto capace? Perché per entrare in politica la donna deve abbassarsi alle quote rosa come se le stessero dando il contentino perché è donna?

Oppure come cantava Tracy Chapman: “perché una donna non è ancora al sicuro quando è in casa sua?”. Era il 1988, album Why?, oggi è il 2019 e ancora ci si chiede why?.

Martina Seppi

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