Mario Draghi: dare la possibilità all’attualità di intercettare la storia e di cambiarla.

Dunque la palla del gioco politico italiano è passata nuovamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, persona saggia ed equilibrata: preso atto dell’esito negativo del mandato esplorativo di Roberto Fico, le intenzioni, le scelte e i programmi sono convenuti sulla persona di Mario Draghi.

Di Mario Draghi si è già sentito dire di tutto, dall’elogio alla santificazione, fino ai commenti più implacabili e critici: sarebbe bene fare un quadro della situazione a risultati raggiunti o falliti. Anche chi non è entusiasta per questa opzione vorrebbe che si attendesse la formazione di un governo, con la contestuale agenda di lavoro politica e a questo punto tecnica.

È certo che il curriculum e le competenze del suddetto sono fuori discussione, specie in un contesto spazio – temporale come quello del Paese più bello del mondo, con una delle classi politiche più discusse dal punto di vista intellettuale, culturale e valoriale.

Mi auguro che i punti di forza e le qualità del Draghi siano concentrate sul bene della nostra Italia. Magari registrando, rivedendo e nel caso modificando radicalmente la gestione dell’emergenza.

Come detto già in passato, la pandemia ha amplificato problematiche epocali che già attanagliavano l’Italia: l’economia e l’occupazione per citare due problemi cardinali, senza dimenticare la sanità che, mai come in questo momento, assume una posizione cruciale e centrale.

Sicuramente e in maniera trasversale, in periodi separati, i diversi partiti politici hanno messo da parte la stabilità e la pianificazione delle idee e delle buone pratiche da porre in atto per meri interessi di bottega.

Anche chi non ha apprezzato del tutto il governo Conte, come chi scrive (David Taglieri), tranne nella prima parte della sua operatività quando ha retto bene la botta dell’emergenza Covid – 19, avrebbe preferito che si evitassero crisi, in un momento come questo.

Delicato, pericoloso, unico, storico.

Gli interessi di bottega e la conta dei numeri nel Paese si possono rimandare, adesso serve l’unità nazionale. Essere un Paese unito vuol dire accantonare da parte le tensioni, le agitazioni, i conti al bar, per eventuali liti, ed essere coesi per rimettere in piedi l’Italia, qualsiasi colore ci sia al governo, qualsiasi antipatia regni sovrana.

La patria passa davanti a tutto, anche alla demagogia di chi ieri voleva spaccare l’Italia e oggi lo vorrebbe dominare, dopo aver consegnato, chiavi in mano, la sovranità a un’altra fazione politica.

Draghi o non Draghi: forse sarebbe il caso di dare la possibilità all’attualità di intercettare la storia e di cambiarla.

Ne va della nazione che amiamo più di tutto.

 

Immagine: Foto di DavidRockDesign da Pixabay

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