Dietro il silenzio, nascondiamoci…che la parola è d’oro…

Le “società del conversare” e le “società del silenzio”. L’ipocrisia del silenzio: Non c’è più il silenzio che incontra la verità, ma subdolamente la nega. Il silenzio dunque, virtù o un vizio?

Dietro il silenzio…

Dietro il silenzio può starci la cura dello spirito ma anche una prigione della mente.

Il silenzio che nasconde.

Cosa c’è dietro le “società del conversare” e le “società del silenzio”?

Se ne dice in una disamina di Virgilio Titone, storico e umanista siciliano, primi anni ’60 del XX secolo.

Apertura al dialogo senza limite di censo e di familiarità nelle prime, nella società romana antica, in quella americana e europea più evoluta.

Diffidenza, parsimonia di parola. circospezione e sospetto, silenzio, in quei luoghi di Sicilia, ma non solo siciliani, dove il dettato mafioso impera, e quindi nelle seconde.

silenzio omertoso

Cosa è cambiato in queste ultime? La mafiosità e la permeabilità clientelare si è globalizzata e dove è padrona del territorio la regola del silenzio persiste e si invera, ma vivaddio esistono squarci nella comunità sociale che rompono il sottotraccia del silenzio omertoso.

L’ipocrisia del silenzio…

…del come non solo in Sicilia la società del silenzio alberghi ma anche in Campania e in tutto il mondo, del resto.

Fa strano che chi ne parli venga tacciato di correità, come se parlandone inverasse un fatto di pura fiction come una matrice di creazione dell’omertà mafiosa o camorristica!

Gomorra fiction, tratta dal libro di Roberto Saviano, Gomorra, è diventato un “caso italiano”. Troppo italiano per essere credibile, se non a quelli che nascondono la luna e mostrano il dito come colpevole.

https://www.youtube.com/watch?v=Qt_KMIHNNyU

Il pensiero è ipocrita: – Saviano parla male di noi (di Napoli), la sua denuncia è giusta, ma non bisogna esagerare -.

Le difficoltà che ci sono state nel girare la scenografia della fiction sanno di farsa, tutti a mostrare quanto di buono c’è in Campania e quasi a negare la presenza della camorra, quasi a negarne l’esistenza.

L’immagine di se stessi negata come in un nuovo dipinto di Dorian Gray, nascosto sotto un doppio velo per non riconoscerlo. A dire: “Quello che non vedo, non esiste”.

Quanti struzzi con la testa sotto la sabbia e il c… all’aria!

Preoccupati che la fiction crei emulazione di fatti sanguinosi, quando Giugliano e altri paesi campani mostrano ogni giorno il Far West nostrano!
Il linguaggio della fiction è preso dalla realtà dei capi e capetti della strada camorristica. Non è il contrario.

È come se stessimo girando uno spot che mostri un’Italia dei luoghi comuni. Pizza, sole, mandolino e camorra.

E tutti a dire che è un messaggio fuorviante, non vero e che è meglio tacere che…

 che il nostro piangere fa male al re
fa male al
ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam

E sempre allegri bisogna stare…

Rosy Bindi su Napoli afferma un dato di fatto, quando dice:”La camorra è un dato costitutivo della società napoletana”,

Matteo Renzi  al potere affermava che “è macchiettistico parlare di intere Regioni in mano alla criminalità”.

Roberto Saviano non lo ha fatto, infatti. Semmai è “macchiettistico descrivere così chi racconta il potere delle cosche nel Paese”. È una evidente falsificazione dei fatti e delle parole e sottace che dell’esistenza della camorra  è meglio tacerne e passarla sotto silenzio nella pericolosa illusione che il silenzio possa aiutarci.

Il silenzio della sinistra.

Quando una parte politica tace su fatti importanti accaduti o solo espressi da voci istituzionali che dovrebbero servire da esempio di prassi politica e di comportamenti sociali sani, allora il silenzio è omertoso.

Non c’è più il silenzio che incontra la verità, ma subdolamente la nega.

Su una vecchia stadera, se i due piatti non si equivalgono, se ad ogni azione impressa su un piatto non corrisponde la reazione bilanciante sull’altro piatto, allora non c’è giusto peso.

silenzio prigione

Sul filo della metafora usata, nella vita istituzionale di un paese democratico, se il peso non è controbilanciato, si ingenera confusione e strapotere solo di una parte.

Bilanciare, dunque, è una necessità democratica da agire in modo responsabile, da parte della sinistra.

silenzio che nasconde

 

Come?

A parer mio, nello specifico, confutando tesi xenofobe per riportare senso nella prassi politica di una nazione che oscilla pericolosamente verso errori del passato senza consapevolezza delle reali ragioni del malessere identitario e dell’impoverimento economico.

Oggi, in politica,  è un po’ come se si giocasse a rubamazzetto, per dragare consensi, da una posizione sempre più dominante.

La posta in gioco è la democrazia, un gioco in cui la mediazione delle posizioni deve passare per i principi e i valori propri delle due parti, col rispetto reciproco dell’avversario.

Il fondo su cui nuotare deve comunque essere l’etica della politica intesa come amministrazione della res pubblica nella salvaguardia dei valori universali umani.

Il codice Minniti e gli sbarchi stoppati, sono una soluzione sulla pelle dei profughi e lo specchietto dell’allodola per chi li immagina come una soluzione.

Si tratta, a parer mio, di un modo per calmierare lo storytelling della destra.

La gestione reale dei flussi passa, semmai, per corridoi umanitari, con controlli veri e in tempi certi, senza deflettere sulle condizioni di mantenimento dei diritti umani, presso ogni istanza interessata ai processi migratori.

Gli accordi con le realtà tribali dei cangianti “governi”, ai confini delle tratte migratorie, fanno soltanto il brutto tempo di detenzioni e abusi di ogni genere sui migranti allo scopo di lucrarci sopra.

I silenzi della sinistra complici di questi crimini ci si sono già  ritorti contro.

Il silenzio è una virtù o un vizio?

Ne Le piccole virtù, pubblicato nel 1962, da Einaudi, di Natalia Ginzburg  il silenzio è menzionato  “tra i i vizi più strani e più gravi della nostra epoca” (p. 44 della Raccolta, si tratta di uno scritto del 1951!).

È un silenzio particolare, è il silenzio della relazione, forse anche del pensiero critico; è il silenzio fatto dei numerosi espedienti che le persone adottano per non dover parlare.

Si nascondono i propri pensieri non dandogli fiato, e il tutto galleggia sul “fondo della musica d’ambiente, il ronron dei processori al silicio o il ticchettio delle dita sulle tastiere”.

“Finanche tra persone che si trovano gomito a gomito, vicini di poltrona, di scompartimento o di scrivania”, ognuno si chiude, interpone tra sé e il mondo accanto un paio di cuffie, un telefonino con i propri social; ci si nasconde nella privacy, che non venga violata!  La si sbandiera, la propria privacy, come un cencio emozionalmente omertoso.

Si verifica quindi questo fatto strano: che gli uomini si trovino strettamente legati l’uno al destino dell’altro, così che il crollo di uno solo travolge migliaia di altri esseri, e nello stesso tempo tutti soffocati dal silenzio, incapaci di scambiarsi qualche libera parola.”

Così concludeva Natalia Ginzburg nel 1951.

Il silenzio, come l’accidia e la lussuria, è un peccato. Il fatto che sia un peccato comune a tutti i nostri simili della nostra epoca, che sia il frutto amaro della nostra epoca malsana, non ci esime dal dovere di riconoscerne la natura, di chiamarlo con il suo vero nome.”

Indice 

Dietro il silenzio, nascondiamoci ...che la parola è d’oro…

Dietro il silenzio…. 1

Il silenzio che nasconde.. 1

L’ipocrisia del silenzio…. 2

Il silenzio della sinistra.. 4

Il silenzio è una virtù o un vizio?. 8


Immagini Free da Pixabay.com

Fonti

il silenzio in poesia
il silenzio come ricerca di sé

il silenzio è morto

eremiti di massa

le culture del silenzio

il silenzio polare

le società del silenzio

l’ipocrisia del silenzio

il peccato del silenzio

il silenzio del dondolamento

a che serve il linguaggio

silenzio a sinistra

il piacere del silenzio

silenzio negato
eremiti attuali
silenzio anecoico

silenzio e musica

stress da mancato silenzio

il silenzio bergmaniano

il silenzio di Ingmar Bergman

Hikikomori

la prigione del silenzio

hikikomori italiani

il disagio giapponese dilaga in italia


 seguirà__ con ___La  strana sindrome che 
dal silenzio del dondolamento porta alla morte.

 


Sommario generale

Silenzio, ognuno a suo modo! Che ne è oggi del silenzio

Il silenzio in poesia.. 2

Il silenzio… scelta personale di allontanarsi per centrare se stessi.. 8

Cercare il silenzio.. 9

Dove porta il silenzio?. 10

Il mancato silenzio del secolo breve. 12

Silence, please! Sul pensiero di massa e sul silenzio

Il silenzio sul “silenzio”.. 14

Ritorno all’educazione estetica.. 15

Il silenzio è una merce di lusso.. 17

Il silenzio e la movida.. 19

Il silenzio dell’inadeguatezza.. 19

Del silenzio, da quello volontario a quello di svago: la solitudine e la cura

Il silenzio del ritiro.. 20

Il silenzio dello “stare in disparte”.. 20

Le culture resistenti del silenzio.. 22

Tra scelta radicale e non del silenzio.. 22

Il piacere del silenzio. 23

Il silenzio del polo.. 24

Il silenzio degli eremiti senza 3.0   25


 

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