Un viaggio alla scoperta delle perle dell’Atlantico: le Azzorre tra São Miguel e Terceira.

Dalla montagna alla pianura, dalla foresta alle dune, dai fiumi e le cascate fino al mare, ricche di fauna ed immerse nel verde. Le Azzorre tra São Miguel e Terceira.

São Miguel. L’impatto visivo dell’isola rinominata a ragione, Ilha Verde per i suoi paesaggi è impressionante. Ci siamo ritrovati circondati da ogni tonalità di verde possibile: il percorso dall’Aeroporto di Ponta Delgada verso Caloura dove abbiamo pernottato, è costeggiato da migliaia di piante di ortensie blu, rosa e bianche, le siepi si perdono a vista d’occhio intensificando il confine tra terra e cielo.

La prima tappa nel nostro tour non poteva che essere gastronomica.  Il piatto tipico di São Miguel è il Cozido, uno spezzatino di carne e verdure: la sua particolarità risiede nella preparazione. A Furnas si trovano numerosi soffioni sulfurei dove è possibile cuocere il Cozido all’interno di pentole in ghisa, calate nel terreno e ricoperte di terra per almeno sei ore. Dalle montagnette di terra e fumo, gli addetti ai lavori seppelliscono o disseppelliscono la pentola che i turisti possono assaggiare nei vari ristoranti della zona.

Il Cozido si smaltisce camminando e i sentieri per il Trekking a São Miguel non mancano. Al termine di una passeggiata di circa un’ora nella fitta vegetazione sul lago di Furnas, si ha come premio la gioia di potersi sedere davanti ad una cascata naturale e preparare la successiva tappa culinaria.

São Miguel, ospita sul proprio territorio laghi vulcanici meravigliosi: il Lagoa do Fogo o Eldsjön.  Al lago si può giungere tranquillamente con l’automobile – indispensabile noleggiarne una – ma i più coraggiosi possono avventurarsi nei percorsi escursionistici realizzati attorno al lago, ristorandosi sul calar della sera, circondati dalla vegetazione endemica, nelle piscine termali di Poça da Dona Beija dove l’acqua ferrosa raggiunge i 39° gradi. Essendo le Azzorre mete ancora poco turistiche i percorsi nelle numerose piscine termali hanno l’esclusività di essere poco frequentate e pertanto potrete godere di totale privacy.

Ananas e Chà. I sentieri naturalistici di São Miguel ci hanno portati alla scoperta di piantagioni d’ananas e del famoso Chà (Le Azzorre sono l’unico posto in Europa in cui è possibile coltivare con successo la camellia sinensis, la pianta del tè). La visita alle piantagioni è strutturata pressoché allo stesso modo: mini-tour all’ interno della fabbrica, assaggi gratuiti che non conoscono vergogna, shop per chi volesse acquistare i prodotti locali.

Le piantagioni di tè – Cha Gorreana – sono impressionanti, colline di un verde intensissimo, ordinate e armoniose a strapiombo sull’oceano.

Folklore. La nostra seconda sera sull’Isola è stata decisamente pittoresca. In uno dei villaggi vicino Caldeira, Água de Pau, ci siamo imbattuti in una tipica festa religiosa dove le stradine del villaggio erano state tappezzate di petali di fiori che i partecipati, raccolti in preghiera, percorrevano scalzi. Tutta la dimensione antropologica del sentire religioso, obbligati dall’impossibilità di tornare indietro verso l’hotel, ci ha indotto a godere delle bellezze della vita terrena: la Queijada, una sorta di mini-cheesecake, tipica azzorriana insieme a delle fantastiche torte all’ananas. Queste ultime, che siano tipiche o meno, erano squisite!

La Capitale. Ponta Delgada non ci ha entusiasmato, complice forse il mal tempo, non le dedicherei più di qualche ora. Discrasie ottiche tra il bianco ed il nero, alternanza di calcare e basalto, chiese e palazzetti Barocchi.  Sosta obbligata al Louvre Michaelense: atmosfera vintage, locale a metà tra una boutique e una pasticceria dove sarà possibile acquistare cappellini retrò e torte alla crema.

Ancora trekking. Nell’estremità occidentale dell’isola, la Lagoa das Sete Cidades è uno dei luoghi più suggestivi di São Miguel. All’interno di un enorme cratere sono incastonati due laghi dai colori diversi: Lagoa Azul e Lagoa Verde, collegati tra loro da un ponte.

Non solo trekking. Situata di fronte la località di Vila Franca Do Campo, vi è un incantevole isolotto a circa un km, raggiungibile con barca, Vila Franco Do Campo. La piccola isola è ciò che resta di un vulcano sommerso. Riserva naturale all’interno della quale potersi dedicare qualche ora di relax al sole o al più attraente snorkeling. Fondamentale è armarsi di acqua e cibo perché sull’isolotto non vi sono strutture ricettive.  Durante il giorno possono accedere sull’isola un massimo di quattrocento persone pertanto è necessario prenotare o recarsi presso il porto alle prime luci del mattino.

Vista un’isola delle Azzorre, viene voglia di vederle tutte e al rientro dalla vacanza sopraggiunge lesto il mal di Terceira. Quest’ultima è definita l’isola più festaiola dell’arcipelago e non a torto. Appena arrivati all’aeroporto di Lajes ci è stato consegnato un calendario fitto di eventi cui partecipare.

La Tourada.  Ogni anno nei villaggi dell’Isola si disputa la “Tourada à corda”, corrida tipica dell’arcipelago portoghese. Quattro tori di razza ‘brava di Terceira’ vengono liberati su un percorso di 500 metri tra le abitazioni.  Hanno una corda al collo, tirata da un gruppo di pastori vestiti di bianco. L’assalto, pericoloso e spettacolare, pur essendo violento e reiterando il mito della lotta tra uomo e animale, ha come obiettivo la sottomissione del toro, senza che quest’ultimo venga ucciso. La popolazione si barrica dietro staccionate in legno, recinti improvvisati e ripari sicuri dove i turisti vengono invitati ad entrare: non risulterà strano ritrovarsi nel cortile di abitazioni private, in casa di sconosciuti per sfuggire alla furia del toro. Da Angra do Héroismo, la capitale con un centro storico settecentesco Patrimonio dell’Unesco, al più piccolo dei villaggi, i tori sono i protagonisti della festa e.… anche la birra!

Divino Spirito Santo. Momenti di folklore fra sacro e profano.   

Per approfondire. https://www.visitportugal.com/it/print/poi/155896

Colori. Se il verde domina Sao Miguel i colori dominano Terceira. Cappelle coloratissime gli impérios dedicate allo Spirito Santo si trovano ovunque: accanto a chiese più grandi o negli angoli di strade abbarbicate sulle collinette, tempietti lillà nella città di Angra do Heroismo, il giallo pastello e il blu del Império da Caridade, la facciata giallina e bianca della chiesa di Santa Cruz a Praia da Victoria.

Pioggia. Il tempo delle Azzorre è imprevedibile: passare dal bikini alla giacca a vento è un attimo. Senza perdersi d’animo, quando piove a Terceira si può facilmente trovare delle alternative: Gruta do Natal e Algar do Carvão.  La prima è una caverna vulcanica lunga all’incirca 700 metri il cui percorso è costituito da lava solidificata mentre la seconda è un camino vulcanico – una sorta di discesa agli inferi Dantesca– di circa centro metri di profondità.

Adottati da O Pirata. Pub senza troppe pretese ai piedi del Monte Brasil – miraduro di avvistamento per balene e delfinici ha adottati nelle ore di pioggia.  Abbiamo assaggiato le Lapas e le Cracas tipici dell’isola accompagnati da musica dal vivo e da fiumi di Cerveja Brianda.

Ultimo Snorkeling.  Le piscine naturali di Biscoitos, a nord di Terceira, pare siano tra le più belle dell’arcipelago: formatesi a seguito di eruzione vulcanica, le pozze scavate nella lava consentono di nuotare liberamente protetti dalla barriera naturale delle rocce, riparati dalle violente onde dell’Oceano.

A Terceira ci si può perdere in sentieri fitti, attraversare la nebbia e uscire al sole, nuotare con i delfini e avvistare le Balene, rilassarsi nelle calette, faticare in percorsi tortuosi, rifugiarsi nelle abitazioni di estranei, farsi rincorrere da un toro, assaggiare l’alcatra o l’alguidar, cucinato con un sacco di spezie ma certamente non è possibile annoiarsi.

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