8 film in cerca di Oscar

Come ogni anno, domenica notte (secondo il fuso orario italiano) i cinefili di tutto il mondo saranno incollati ai propri teleschermi per assistere alla premiazione degli Oscar e scoprire, soprattutto, quale film sarà votato come il migliore della stagione cinematografica appena trascorsa. Questo perché, nonostante il passare degli anni, gli scandali sessuali e le inopportune ingerenze  politiche, gli Academy Awards restano l’evento cardine per qualunque appassionato di cinema che si rispetti. In particolare, questa edizione vede in corsa per il premio di miglior film ben 8 pellicole, ognuna con le proprie caratteristiche, i propri punti di forza e le proprie speranze di vittoria finale, che mai come quest’anno sembra essere in bilico fino all’ultimo. Ovviamente, chiunque ha la propria preferenza per cui tifare, in base ad idee o gusti personali. Ma la speranza di tutti è che l’Academy, almeno per questa volta, premi effettivamente il film che ritiene più bello dal punto di vista artistico, lasciando perdere le questioni sociali e politiche, che negli ultimi tempi hanno fin troppo caratterizzato la prestigiosa notte degli Oscar.

Roma: 25%

“Roma” è probabilmente il film più bello dell’anno. Questo è frutto del sovraumano lavoro di Alfonso Cuaron, che svolge contemporaneamente in modo eccellente il ruolo di produttore, di regista, di autore, di sceneggiatore, di direttore della fotografia e di montatore della pellicola. Il risultato è un’autentica poesia cinematografica, che racconta una storia di degrado sociale e personale, ambientata in un quartiere periferico di Città del Messico negli anni Settanta, con una delicatezza e un’intimità mai visti prima nel cinema contemporaneo. I meravigliosi piani sequenza, l’azzeccatissima scelta del bianco e nero, la stupenda scenografia e la sorprendente prova delle due protagoniste (Yalitza Aparicio e Marina de Tavira, entrambe candidate giustamente all’Oscar) rendono “Roma” un vero capolavoro, oltre che il grande favorito per la vittoria finale. Forte anche delle 10 nominations e del successo al Festival di Venezia (ultimamente quasi profetico in materia), gli unici punti deboli potrebbero essere l’uso della lingua spagnola e la produzione targata Netflix, fattori che non sono mai stati presenti in un film premiato con l’Oscar principale dall’Academy. Almeno fino ad ora.

Green Book: 20%

“Green Book” è sicuramente il film più completo tra gli otto finalisti. In teoria ha tutto per vincere: un’ottima regia, due grandi interpretazioni attoriali (dei fantastici protagonisti Viggo Mortensen e Mahershala Ali, nominati meritatamente all’Oscar nelle rispettive categorie) e una straordinaria storia vera, molto bella e soprattutto molto attuale (il tour compiuto da un pianista afroamericano e dal suo autista italoamericano negli Stati Uniti meridionali all’inizio degli anni Sessanta per combattere il razzismo ed i pregiudizi dell’epoca). L’impostazione della pellicola è abbastanza classica, ma riesce a risultare comunque fresca e ben cadenzata. Il punto forte della sceneggiatura è la caratterizzazione dei due personaggi principali, che risulta ben sfaccettata e per niente banale, riuscendo a rifuggire in gran parte dagli stereotipi tipici delle rappresentazioni degli italoamericani e degli afroamericani al cinema. Il film di Peter Farrelly arriva alla notte degli Oscar forte di 5 nominations (tutte arrivate nelle categorie principali) e della netta vittoria al Festival di Toronto, ai Golden Globe e ai PGA Awards.

La favorita: 15%

“La favorita” rappresenta il film più ambizioso di questa edizione degli Oscar. Ambientato nel Settecento inglese, narra una tipica storia di corte, piena di bramosie, invidie e sotterfugi. Ma lo fa con una grazia e uno humor eccezionali, che lo rendono incredibilmente originale e divertente, nonostante il tema trattato. Il tutto corredato dalla magistrale regia del giovane greco Yorgos Lanthimos e dalle stupende interpretazioni delle protagoniste Emma Stone, Rachel Weisz e Olivia Colman, che si stuzzicano e si sfidano mirabilmente per tutto il film. Forte delle 10 nominations e delle estasiate recensioni dei critici, il film sembra però non essere abbastanza attuale per convincere l’Academy, che potrebbe decidere di penalizzarlo proprio per questo aspetto alla fine dei conti.

A Star Is Born: 10%

“A Star Is Born” è decisamente il film più sorprendente dell’anno. All’apparenza, avendo un attore come regista e una cantante come attrice protagonista, non sembrerebbe poter essere una grande pellicola. E invece proprio l’incredibile lavoro di Bradley Cooper e Lady Gaga in due ruoli così inediti per loro rende il film una vera e propria opera d’arte. Per questo, è un gran peccato che l’attore texano non abbia ricevuto la sua prima meritata nomination come regista, cosa che è frutto probabilmente di un po’ di pregiudizio nei suoi confronti. Anche la sceneggiatura risulta degna di nota, poiché riesce a dare un tocco di modernità e freschezza ad una delle più classiche storie del cinema americano, quella della nascita di una stella della musica pop. Le meravigliose canzoni originali della stessa Lady Gaga, poi, rendono il film ancora più potente e toccante. Pur avendo ottenuto ben 8 nominations e un grande successo nelle sale cinematografiche e pur essendo stato a lungo il favorito per la vittoria finale, “A Star Is Born” non sembra essere purtroppo in lizza per i primissimi posti, salvo sorprese dell’ultima ora da parte dell’Academy.

Vice: 10%

“Vice” è certamente il film più attuale degli otto candidati principali, visto che narra la storia di Dick Cheney, vicepresidente degli USA tra il 2001 e il 2009. Il taglio scelto da Adam McKay per la sceneggiatura è quello satirico-documentaristico, riprendendo la formula usata con successo in “The Big Short”, la sua precedente opera. Oltre che sulla sua abilità registica, la pellicola si basa soprattutto sulla gigantesca interpretazione di Christian Bale, che ci regala l’ennesima trasformazione fisica della sua strabiliante carriera. Nonostante le 8 nominations, “Vice” sembra poter vincere l’Oscar al miglior film solo nel caso in cui dovesse prevalere la linea anti-Trump tra i membri dell’Academy durante le votazioni.

BlacKkKlansman: 10%

“BlacKkKlansman” rappresenta il film più black tra quelli nominati agli Oscar quest’anno. Basandosi su un’incredibile storia vera (un poliziotto afroamericano che si infiltra nel KKK a metà degli anni Settanta), Spike Lee riesce ad affrontare temi delicati come il razzismo e la discriminazione con una leggerezza e un’ironia che non sempre le sue pellicole riescono ad avere. Probabilmente è per questo che finalmente l’Academy gli ha riconosciuto la sua prima candidatura come regista, arrivata comunque con colpevole ritardo. Nonostante le 6 nominations, la sua vittoria sembra possibile solo se si decidesse di privilegiare un’altra volta i desideri della comunità afroamericana, per anni ingiustamente trascurata agli Oscar ma ora più potente che mai.

Bohemian Rhapsody: 5%

“Bohemian Rhapsody” è nettamente il film più popolare dell’anno. Con più di 800 milioni di dollari incassati in totale, è stato a lungo in vetta ai box office di tutto il mondo, riscontrando un successo di pubblico tanto incredibile quanto inaspettato. Ciò è dovuto in particolar modo alla grande prova attoriale di Rami Malek, che è riuscito ad incarnare perfettamente le movenze e gli stati d’animo di uno dei più amati artisti di sempre, Freddie Mercury. Infatti, il film è soprattutto un grande tributo alla sua vita e al suo straordinario talento. Proprio per questo è stato così tanto amato nelle sale e sempre per questo, però, ha davvero poche possibilità di vincere l’Oscar come miglior film, nonostante il recente successo ai Golden Globe.

Black Panther: 5%

“Black Panther” è onestamente il film meno meritevole di essere tra gli 8 finalisti all’Oscar. Infatti, è solo uno dei tanti cinecomic della Marvel degli ultimi anni, sicuramente ben fatto ma non per questo superiore agli altri dal punto di vista qualitativo. Probabilmente, la nomination è arrivata solo come conseguenza dell’ondata black che negli ultimi anni domina fin troppo le scelte dell’Academy (visto che si tratta del primo Avenger di colore), spesso portandola a trascurare il mero giudizio artistico. Anche perché colpisce che questo sia il primo film di supereroi candidato all’Oscar, dopo che sono stati ingiustamente bocciati nelle precedenti edizioni capolavori del genere come “Logan” e “Il Cavaliere Oscuro”. Nessuno mette in dubbio che sia lodevole trattare tematiche sociali in un film, ma questo non dovrebbe bastare per ricevere una candidatura dall’Academy o addirittura per vincere l’Oscar, poiché esso resta pur sempre un premio cinematografico, non politico. Almeno fino a prova contraria.

Leonardo Gilenardi

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