“La nostra strada” di Pierfrancesco Li Donni: recensione del film che racconta l’abbandono scolastico e l’adolescenza.

“La nostra strada” è il nuovo film del regista e documentarista Pierfrancesco Li Donni, vincitore del premio come “Miglior film” alla 16° edizione del Biografilm Festival nel Concorso Biografilm Italia.

La pellicola è prodotta da Ladoc con il contributo di Siae – Dalla parte di chi crea e con il sostegno della Sicilia Film Commission nell’ambito del progetto Sensi Contemporanei.

A distanza di quattro anni da “Loro di Napoli” Li Donni rimette al centro del proprio sguardo la periferia, questa volta quella palermitana, raccontando allo spettatore la vita dei ragazzi dell’ultimo anno delle scuole medie inferiori nel “difficile” quartiere Zisa. Un territorio in cui fra i palazzi del 900 mai restaurati, i campi di allevamento di pecore e cavalli e il rito, illegale ma tollerato, della “vampata” di San Giuseppe, vige un alone di disprezzo nei confronti delle istituzioni.

La scuola è rappresentata, nel documentario, dalla figura del professore Mannara, insegnante di italiano. Quest’ultimo è un uomo che, attraverso lo studio dei “classici” della letteratura, cerca di dare ai suoi allievi un punto di vista differente, in grado di modificare la loro percezione della vita.

La telecamera, attorniata dei rumori del quartiere che appaiono stridenti rispetto alla figura elegante e compita del professore, racconta, nello specifico, l’esistenza di Desireè, Morena, Daniel e Simone. Rappresentano con i loro comportamenti la generazione del posto; un territorio in cui la disoccupazione raggiunge il 50% e la dispersione scolastica l’8% e dove la prospettiva di un futuro lavorativo sembra non presupporre mai il proseguimento della scuola.

Ma Li Donni non racconta solo un quartiere siciliano giacché la sua opera è simulacro dei tanti quartieri e paesi d’Italia, in cui la lacerazione tra la periferia e la città è elevata e si fa fatica nel dare una speranza di cambiamento ai giovani. La vita per i ragazzi, infatti, sembra scindersi in due parti: il mattino frequentano la scuola e vivono un ambiente che dovrebbe essere “immagine” dei loro anni mentre il resto del tempo tentano di trovare un loro posto nelle strade della città che, tuttavia, appaiono troppo grandi per la “stagione della vita” in cui si trovano. Essi, di fatto, sono nella terra di mezzo tra l’infanzia e l’adolescenza.

Il professore Mannara dialoga con i giovani e con le loro famiglie, si plasma con le sue azioni per tentare di avvicinarsi a una popolazione che lo rispetta ma a cui appare estraneo: ciò che offre (un’istruzione, il perseguimento di un obiettivo) sembre essere visionario.

“Ormai i sogni sono solo sogni” pronuncia Desirèe, sentendosi nei suoi 14 anni già adulta e pensando che il tempo delle fantasie sia ormai trascorso. Il professor Mannara, al contrario, cerca di insegnare che “dalla selva oscura” si può uscire e che la vita in un quartiere “difficile” non presuppone obbligatoriamente l’assunzione degli stessi comportamenti vigenti.  

Nel germogliare di una speranza vi sono i frutti del lavoro dell’insegnante ma, tuttavia, ci si chiede: c’è ancora speranza per chi di questa parola non conosce il significato? Dal suo agire la risposta appare agli spettatori evidente: sì.

Biografia

Pierfrancesco Li Donni esordisce alla regia nel 2012 con il documentario Il Secondo Tempo e l’anno dopo realizza il corto documentario Sempre Vivi: entrambi raccontano gli anni delle stragi di mafia a Palermo. Loro di Napoli (2015), il suo secondo lungometraggio documentario, è vincitore del miglior film italiano al Festival dei Popoli, del premio Télérama al FIPA di Biarritz, del Docs MX di Città del Messico). In seguito, realizza il film breve Massimino (Premio Zavattini 2017). Come filmmaker ha collaborato con Repubblica Tv e realizzato spot pubblicitari per Rai per il Sociale e Fox4dev. Insegna filmmaking in corsi di formazione professionali. È tutor didattico del corso di regia del documentario al Centro Sperimentale di Cinematografia-Sede Sicilia.

LA NOSTRA STRADA

Paese: Italia

Anno: 2020 

Durata: 70′

Lingua originale: Italiano

Genere: Documentario

Crediti

Regia e sceneggiatura

Pierfrancesco Li Donni

Fotografia

Pierfrancesco Li Donni, Ruben Monterosso

Montaggio

Matteo Gherardini

Produttore

Lorenzo Cioffi

Società di produzione

Ladoc

Suono

Danilo Romancino

Musiche

Giulia Tagliavia

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