Il codice di condotta delle ONG: La nave Iuventa della ONG tedesca è stata posta sotto sequestro a Lampedusa.

Il codice di condotta delle ONG, voluto dagli Stati europei e firmato solo da alcune delle ONG, ha permesso all’Italia di intraprendere le prime indagini sui presunti contatti tra queste ed i trafficanti libici. La ONG spagnola Proactiva open arms, la maltese Moas e Save the Children sono le uniche ad aver firmato il codice di condotta, bocciato invece dalla ONG tedesca Jugend Rettet, dalle francesi Medici senza Frontiere e Sos Mediterranée. Per quest’ultime, i rispettivi portavoce, dichiarano inaccettabile la presenza della polizia giudiziaria italiana a bordo delle navi di soccorso – prevista dal codice – perché comprometterebbe le operazioni di salvataggio dei migranti. Queste organizzazioni, che non possono più partecipare alle operazioni di save and rescue, hanno l’obbligo di non lasciare il porto di Lampedusa. In base alle previsioni del codice di condotta, la polizia italiana ha il compito di effettuare dei controlli diretti sulle operazioni di soccorso in mare operate dalle ONG, dopo i sospetti della procura siciliana sull’esistenza di una rete criminale dedita all’immigrazione clandestina nel Mediterraneo.

LA MAGISTRATURA INDAGA SULLA IUVENTA. I primi controlli hanno condotto al sequestro della nave tedesca IUVENTA e del computer di bordo da parte della magistratura che, ora indaga su due salvataggi operati dalla ONG Jugend Rettet. I fondatori dell’organizzazione si difendono dalle accuse e si preparano a raccogliere le prove necessarie per ottenere il dissequestro della nave e del computer di bordo. Le procure italiane intanto hanno formulato l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in attesa di iscrivere i presunti responsabili nel registro degli indagati. Il ministro degli Interni Minniti ha dichiarato di riporre piena fiducia negli inquirenti e di attendere l’esito delle indagini, le quali potrebbero dimostrare la necessità del codice di condotta. Si attende l’ispezione disposta sull’imbarcazione IUVENTA, ora nelle mani della magistratura italiana.

L’ITALIA ANCORA IN PRIMA LINEA. In un’estate rovente, l’Italia è ancora in prima linea nella gestione dell’emergenza migranti, mentre l’Europa non ha ancora risolto il nodo dell’accoglienza. Gli altri Stati europei continuano a rifiutare l’apertura dei porti nel Mediterraneo (oltre quelli italiani) e la possibilità di ricollocare i migranti resta lettera morta.

IL CODICE DI NON CONDOTTA NON È L’ANTIDOTO. La questione dell’accoglienza è cruciale, non solo per garantire asilo ai migranti richiedenti, nel rispetto del diritto internazionale, ma è anche essenziale per mantenere sotto controllo l’arrivo dei migranti economici. Vinte le resistenze della Libia – zona calda del Nord Africa – l’Europa, unita, dovrebbe impegnarsi in un dialogo costruttivo con le tutte le rappresentanze politiche del paese, per costruire una seria collaborazione finalizzata a contrastare il traffico illegale dei migranti. Da più di venti anni, l’Europa ribadisce la necessità di un intervento diretto sulla povertà in Africa, di dialogare con le istituzioni dei paesi africani da cui provengono il maggior numero di migranti, ma ciò che fino ad ora è stato fatto non basta. L’eventuale esistenza di un’organizzazione criminale su vasta scala con il coinvolgimento di alcune ONG – che ricevono fondi europei per le operazioni di save and rescue nel Mediterraneo – costituirebbe l’ennesimo grave fallimento europeo. Il fallimento del sogno di solidarietà e democrazia e la conferma che, in assenza di una convergenza di interessi di tutti gli Stati, l’Europa non è che una “madre” cieca.

Foto: autore https://commons.wikimedia.org/wiki/User:Civa61

Chiara Colangelo

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