La Serie A del futuro

Il campionato sta finendo, un anno se ne va. Ma, con tutto il rispetto per i Righeira, la Serie A non sembra che stia diventando grande. Anzi.

Per lo scudetto ormai non esiste più la minima competizione. La distanza tra le grandi squadre e le piccole si sta ampliando sempre di più. Ed il livello medio si è inevitabilmente abbassato.

Eppure qualche timido segnale di speranza c’è. Per una Serie A che già sta muovendo i primi passi per prepararsi al meglio per l’anno prossimo. In modo da allestire uno spettacolo almeno un poco migliore di quello appena trascorso.

Il valzer degli allenatori

Il primo aspetto che potrebbe rispolverare la vecchia gloria della Serie A è il possibile giro di allenatori che si potrebbe innescare sulle panchine italiane.

Sicuri di rimanere al proprio posto, per il momento, sono Ancelotti a Napoli, Simone Inzaghi alla Lazio, Montella alla Fiorentina, Mazzarri al Torino, Maran al Cagliari, Semplici alla Spal, D’Aversa al Parma, Mihajlovic al Bologna e Prandelli al Genoa.

Sono, invece, fortemente in bilico Gattuso, Spalletti, Ranieri e Allegri. Cioè gli allenatori di alcune delle più importanti squadre italiane. Se dovessero saltare, già sono usciti i nomi dei probabili sostituti.

Per la Juve, si parla di Deschamps e Guardiola. Per l’Inter, si è ipotizzato un ritorno di Mourinho. Il Milan, invece, si starebbe muovendo per Sarri e Wenger. Mentre la Roma sarebbe molto vicina ad Antonio Conte. Tutti grandissimi nomi, che potrebbero dare una bella rinfrescata al nostro campionato, facendogli fare un salto di qualità tattico e mediatico.

Restano poi in dubbio anche gli altri allenatori rimasti. Ma non per demeriti propri. Infatti, i vari Giampaolo, Gasperini e De Zerbi hanno fatto, in realtà, talmente bene nei propri rispettivi club da poter ambire a piazze più ambiziose. Sempre che le prime opzioni di quest’ultimi dovessero fallire.

Il mercato delle big

Si preannuncia anche una sessione estiva di calciomercato molto intensa per le grandi squadre, intenzionate a crescere ancora.

Alcune hanno mosso già i primi passi ufficiali. La Juve ha preso a parametro zero dall’Arsenal Ramsey, un fantasista sublime. Stessi discorso per l’Inter con Godin, granitico difensore centrale dell’Atletico Madrid. Il loro mercato già si preannuncia scoppiettante come al solito, con Dybala e Icardi sul piede di partenza per motivi caratteriali ed economici.

La Roma sembra orientata ad ampliare la propria base di giovani talenti italiani. E perciò ha messo già gli occhi seriamente su Cragno, Mancini e Tonali. Mentre si prepara a vendere alcuni dei suoi pezzi più esperti, come Dzeko e Manolas. Antonio Conte permettendo.

Il Napoli, invece, sta provando ad impostare il consueto mercato conservativo. Tenterà perciò di trattenere i propri gioielli, Koulibaly, Milik e Ruiz su tutti. E di puntellare la rosa con un paio di colpi a basso costo, contando sul fiuto del ds Giuntoli.

Il caso a parte del Milan

Il Milan merita, purtroppo, un discorso a parte. Infatti, i rossoneri sarebbero anche in crescita a livello tecnico. E con una proprietà molto solida dietro.

Ma sul loro futuro pende la scure dell’Uefa. Questo perché negli ultimi anni la società milanista si è resa protagonista di alcune scelte scellerate sul mercato. Che hanno esposto a dismisura i propri bilanci, andando a violare nettamente più di qualche parametro dell’ormai famoso Fair Play Finanziario.

Ciò significa che gli organi calcistici europei potrebbero approntare una serie importante di sanzioni. Tra cui multe, limiti al mercato e soprattutto esclusioni dalle coppe internazionali. Per quello che sarebbe un durissimo colpo per il Milan e le sue prospettive di crescita nel breve/medio periodo. Sempre che l’Uefa decida realmente di intervenire stavolta.

Quali prospettive per l’Atalanta?

L’Atalanta è un altro caso particolarissimo. È difficile collocarla tra le squadre più importanti del nostro campionato se guardiamo la sua storia o le sue disponibilità economiche. Ma, se al contrario prendiamo in considerazione i risultati degli ultimi anni, deve essere messa necessariamente tra le prime 6 della Serie A.

Ciò è frutto soprattutto dell’immenso lavoro portato avanti da Gian Piero Gasperini. L’allenatore torinese ha trasformato in oro tutto quello che la società bergamasca gli ha fornito. E ha dato vita ad un’impressionante macchina da gol, nonostante le varie cessioni avvenute in ogni sessione di mercato degli ultimi anni.

Così, l’Atalanta ora è in corsa per entrare in Champions League. E giocherà la finale di Coppa Italia contro la Lazio. Un percorso incredibile, che la rende la squadra più in crescita del nostro calcio.

Ma quanti e quali margini hanno ancora i nerazzurri? E che possibilità hanno di rimanere a questi livelli continuando in questo modo? Non è facile dirlo. Sicuramente molto dipenderà dalla permanenza di Gasperini. E da quanta voglia avrà realmente la società di investire e rischiare pur di proseguire questa folgorante recente ascesa.

Lazio e Torino sono ad un bivio

Il futuro della Serie A dipende anche dalle mosse di Lazio e Torino. Due squadre abbastanza forti che fanno da anni un buonissimo campionato, senza riuscire però a fare mai il definitivo salto di qualità.

In particolare, i biancocelesti sono stati vicinissimi l’anno scorso a qualificarsi in Champions League. Ma hanno finito per perdere questa occasione all’ultima giornata contro l’Inter. Pure quest’anno, sono lì a lottare per l’Europa. Ma sembra che il loro livello ancora non sia sufficiente per competere seriamente con le squadre italiane più forti. Lotito vorrà finalmente investire e provare a costruire una formazione da Champions?

I granata, invece, sono ad un livello un po’ più basso per ora. Ma quest’anno sembrano poter essere anche loro in corsa per il quarto posto fino all’ultimo. Ciò è frutto soprattutto del grande lavoro svolto da Mazzarri e dal ds Petrachi, che però pare destinato alla Roma. Riuscirà Cairo a sostituirlo adeguatamente per continuare il percorso di crescita del suo Torino?

I progetti delle altre

Ma bisognerà vedere pure cosa faranno concretamente le altre squadre. Perché la competitività di un campionato si vede soprattutto dal livello dei club medio-piccoli.

E così, la Fiorentina cercherà di continuare il proprio progetto giovani con Montella al comando. Sperando di mantenere i propri gioielli ancora in rosa, Chiesa su tutti. La Samp proverà a crescere ulteriormente con Giampaolo, ma con la possibilità concreta di un cambio di proprietà in vista.

Il Sassuolo cercherà di assecondare il più possibile le indicazioni di De Zerbi, sperando che questo possa condurre la squadra a risultati migliori di quest’anno. Il Bologna tenterà di trovare una stabilità intorno a Mihajlovic. Il Parma e la Spal continueranno ad affidarsi alle intuizioni a basso costo dei propri giovani ds, rispettivamente Faggiano e Vagnati.

Il Cagliari, il Genoa e l’Udinese, invece, cambieranno di nuovo molto, sperando di riuscire ad azzeccare tutte le mosse. Perché non sarà facile sostituire gente come Barella, Cragno, Kouame o De Paul.

Le probabili neopromosse

Infine, è sempre più probabile che scenderanno in Serie B Empoli, Frosinone e Chievo. E, va detto, in modo meritato. Al loro posto, dovrebbero salire nel massimo campionato italiano Brescia, Lecce e Palermo.

Il Brescia si fonda soprattutto sul talento di alcuni ragazzi, come Tonali. Vedremo se Cellino sceglierà di venderli o di continuare a valorizzarli nella propria rosa.

Il Lecce è trainato principalmente dal grande lavoro di Liverani, che si sta dimostrando davvero un tecnico da Serie A. Confermarlo sarà la prima mossa essenziale dei pugliesi per fare bene anche a livelli più alti.

Invece, il Palermo è una grande squadra ormai decaduta, a causa della pessima gestione degli ultimi anni di Zamparini. Il club siciliano è stato recentemente impegnato più nelle questioni societarie che nell’effettivo rafforzamento della rosa. Speriamo che il ritorno in Serie A possa rivitalizzarne ambizioni e risultati.

Sì, perché il futuro livello del nostro campionato dipenderà molto pure dalle squadre minori. E dalla loro capacità di dare fastidio alle grandi e di restare in corsa per la salvezza il più possibile. Per tornare finalmente la Serie A di un tempo. Bella, competitiva e sempre in bilico fino alla fine.

Leonardo Gilenardi

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